Recensione: The Prophet Of Evil
Dopo il grande debutto Words Of Nostradameus nutrivo, da inguaribile ottimista quale sono, notevoli aspettative per il proseguo degli svedesi. The Prophet Of Evil è stata una mazzata, una delusione cocente: un album che, a differenza delle sfumature retoriche del recensore di turno più o meno esplicito, può essere definito carino, mediocre, “non brutto” o maledettamente normale. Un dischetto che solo in alcune parti fila bene e che ogni tanto si perde in linee melodiche non impeccabili, assoli lunghi, tecnici e inutili, pochi cambi di ritmo e troppa noia. Qualche singolo e Heavy metal song, intendiamoci, lascia il segno e si canticchia con piacere ma, se rapporto questo leggero antipasto al copioso e luculliano debutto, mi sembra davvero poca cosa e permettetemi di dire che pago il conto con un po’ di delusione, disappunto e fame.
Quando fin dal primo passaggio sei costretto ad ascoltare un cd facile come questo con attenzione maniacale per sottolineare oltre il dovuto ogni bel passaggio per convincerti che, in fin dei conti, il lavoro è buono, qualcosa non và. Quando muovi inconsciamente la testa avanti e in dietro, in apparente quanto falso segno di approvazione, mentre in verità vorresti spingere il disco per fargli cambiare marcia, qualcosa decisamente non và come avresti voluto.
Quali sono i motivi della pubblicazione del normalissimo e piatto Prophet Of Evil mi chiedo mentre guardo la copertina curata e il booklet decisamente più professionale rispetto al debutto? Capisco qualcosa confrontando le line up dei due dischi e venendo a conoscenza dell’abbandono del drummer Gustav. Ecco perchè quei grandiosi cambi di ritmo che mi avevano esaltato nel debutto sono così avari nel secondo capitolo: al loro posto, pause, e una veloce, ma piatta, sezione ritmica del nuovo arrivato Jesse . A ciò va aggiunto la dipartita del guitarist Erik: i suoi duetti metallici dell’esordio con Fredèn mancano eccome. Ma, tornando alla domanda iniziale, basta il contemporaneo abbandono (per motivi di tempo) di due ottimi elementi e l’aggiunta di un nuovo bassista a spiegare The Prophet Of Evil? Non del tutto. Forse bisogna sottolineare anche il fatto che la nuova line up, stravolta per 3/5, dopo essersi formata in fretta e furia ha avuto a disposizione solo 6 mesi per pubblicare il disco incalzata dalla AFM Records.
Il risultato è un lavoro che piace solo in alcuni frangenti. Magari alcuni di voi crederanno che sia stato troppo cattivo nel giudicare TPOE in quanto Hymn To These Lands, Gathering Resistance, The Escape sono decisamente accattivanti ed è coraggiosa la suite. Non prendiamoci in giro però: da un buon gruppo, quali i Nostradameus pretendono di essere, alcune song riuscite e non troppo originali non sono un extra ma un dovere! Quando nei compiti di matematica facevo bene tre esercizi di medio livello tralasciando gli altri tre più difficili non prendevo 7 e mezzo ma, giustamente, tornavo a casa con la mia insufficienza/sufficienza risicata con il solito commento: ha le potenzialità ma non si applica. Lo stesso discorso si può fare per questo normale cd. Il power metal moderno può offrire molto meglio e i Nostradameus con il fresco debutto lo avevano ampiamente dimostrato pur senza innovare nulla. Un doppio passo indietro. Per fortuna che con il successivo i nostri mostreranno segnali di ripresa.
Nota: quasi dimenticavo il dovuto tributo dei Nostradameus ai connazionali Europe con la cover piacevole e potente Scream Of Anger.
1. The Prophet Of Evil
2. Hymn To These Lands
3. Evil Prophecies
4. Murder
5. Requiem (I Will Honour Thy Name)
6. In Prison
7. The Escape
8. The Power’s In Your Hand
9. Gathering Resistance
10. The Final Battle
11. Scream Of Anger (Bonus Track).