Recensione: The Ravening
Da Lathi, in Finlandia, arrivano gli Argenthorns, band guidata da Mason Rofocale e Revenant Strigoi. Il nostro duo propone un black metal sinfonico sullo stile dei Limbonic Art, con qualche spruzzata dei primi Emperor: paragoni del genere portano sicuramente un po’ di curiosità, ma gettano anche le basi per paragoni abbastanza scomodi. “The Ravening”, l’album di esordio del gruppo, si propone nei suoi 38 minuti in maniera diretta ma comunque abbastanza costruita.
Dopo l’apprezzabile intro che rimanda ad atmosfere Tim Burtoniane, la traccia di apertura delinea già i contorni della proposta: classico black metal sinfonico, ma con un focus particolare sulle chitarre, un po’ in stile Moonlight Sorcery. Sicuramente un pezzo di buona fattura come anche il seguente “In the Hoary Shadows of the Blighted Gardens”. Si può però affermare che in realtà le cartucce migliori siano sparate in questa sede. Tolta infatti la buona “Malefic Chronicle” assistiamo a brani inutilmente lunghi, che diventano presto noiosi. In un paio di casi si abbatte il muro dei sette minuti: a più riprese si cerca di trovarne una giustificazione, purtroppo senza successo. Qui forse si nota che il progetto è ancora acerbo: normale alla prima uscita.
Il disco del duo finnico si perde in elucubrazioni sonore di dubbia qualità, ma comunque lascia intravedere sprazzi di un certo valore. Sicuramente è necessaria una revisione ed una rifinitura di certi elementi, ma le basi per un ottimo secondo album ci sono, non ci resta che attendere con curiosità.