Recensione: The Reasons

Di Fabio Vellata - 21 Dicembre 2023 - 8:00
The Reasons
Band: Meghistos
Etichetta: Buil2kill Records
Genere: Death 
Anno: 2023
Nazione:
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72

Il male.
Qualcosa di indesiderato, molesto, sgradevole, ripugnante. La negazione della vita, dell’essenza che tende alla sua piena realizzazione.
Il brutto. Il cattivo. L’osceno.
Eppure, una parte inscindibile dell’esistenza. Necessaria.

Il nuovo capitolo della one man band Meghistos orbita per intero attorno all’idea di ciò che è malvagio, tenebroso e contro la morale.
Il male, appunto.
Quasi un rito, una sorta di esorcismo praticato lungo l’arco di nove tracce permeate da un death metal monolitico, dai riflessi ancestrali, selvaggi, al limite dell’animalesco.
Un’immersione malvagia e caliginosa nei suoni primitivi del metal estremo come si era soliti ascoltare nei primi anni novanta. Aborted, Grave, Autopsy e Dismember si agitano nelle ritmiche forsennate che nutrono una batteria irrequieta su cui il growl furente di Meghistos ricama schizzi di folle cattiveria. Si alternano, come coltellate inferte alla cieca, agghiaccianti rallentamenti da caduta nella melma oscura. L’effetto che ne deriva ha un che di claustrofobico, straniante. Inesorabile.

L’uso saltuario di effettistica, qualche tastiera piazzata d’improvviso e atmosfere volutamente malate, contribuiscono infine a creare un alone morboso dai risvolti orrorifici che rendono memoria degli antichi Nocturnus e dei granitici Nile.
Insomma, il ferale mr. Meghistos sembra proprio saperci fare: le sue nenie infernali catturano e ipnotizzano con un effetto nostalgia che piacerà ai vecchi seguaci del death metal prima maniera. Quello senza compromessi, brutale e con chitarre spaccaossa che imperava in epoche un po’ dimenticate.
A dare una mano, l’artiglio insanguinato di Andy “Bull” Panigada dei Bulldozer, presente sul disco con qualche schitarrata mefitica e la composizione dell’intera “Meat Grinder”. Un pezzo scolpito nella pietra che va senza dubbio a ricoprire il ruolo di highlight del disco.

The Reasons“, proposto dal suo ideatore come un “invito a esplorare le motivazioni oscure che risiedono in ognuno di noi e che ci portano a scelte da cui non si torna indietro”, è un album che trasuda malignità e disprezzo, sa d’inferno e puzza di zolfo.
Fascinoso, senza dubbio. Come quei film horror che non si vorrebbero vedere ma che poi, una volta iniziati, ti intrattengono inaspettatamente sino alla fine.

Un consiglio: dovesse capitarvi d’esser costretti a trascorrere qualche cenone natalizio in compagnia di parenti fastidiosi, non fatevi mancare come sottofondo musicale “The Reasons” di Meghistos.
Probabilmente ve ne libererete… almeno per un po’…

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