Recensione: The Return Of The Mother Head’s Family Reunion
Delusi dal flemmatico e malinconico Into The Black? Niente paura, Richie Kotzen si lascia alle spalle la versione soft del suo repertorio, si sfoga tornando a bersagliarci di assoli e centralizza il nuovo capitolo sui ritmi esuberanti: The Return Of The Mother Head’s Family Reunion (soltanto “The Return” da qui in avanti).
Il maestro della sei corde, ex Poison e Mr Big, ha un passato talmente intenso e di prestigio che non permette, in poche righe, di delineare con precisione la sua figura, quella di un artista che ha aiutato a costruire, mattone su mattone, la storia del glam, dell’hard rock, e delle relative contaminazioni.
Limitiamoci a parlare di un disco che ripercorre la strada lastricata dal quasi omonimo successo del novantaquattro, The Mother Head’s Family Reunion, ma che si basa su una line up profondamente modificata e parimenti valida.
Nel sound di “The Return” sono tanti i punti di riferimento che si riallacciano ai trascorsi dell’americano, ma la caratteristica più evidente risiede nella perfetta miscela di generi e sottogeneri che rientrano nell’immensa carriera discografica di Kotzen: southern rock, funky, blues e soul tutti insieme appassionatamente.
L’attacco di Go Faster tradisce la vera grande passione di Richie, il rock-blues d’annata, quello vivace e sbarazzino che defluisce, almeno in questo caso, nel ritornello facile e melodioso.
Qualcuno si lamentava della mancanza di assoli nell’ultimo Into The Black? Kotzen accontenta tutti con Fooled Again e la corrispondente sezione strumentale (quattro minuti di tecnica allo stato puro) e si esibisce sulle impegnative partiture di Bad Things, un omaggio ai devoti Hendrixiani.
L’utilizzo calibrato degli strumenti, la curata costruzione del coro e l’equilibrio vocale sono elementi a garanzia di professionalità, il marchio che imprime qualità e che cambia marcia all’intero disco.
Se amate il funky, You Know That è il pezzo che fa per voi, se invece il vostro pane quotidiano è il beato rock & roll, fatevi un giro su Do It Yourself. E la voce? Kotzen ha un’impostazione che rasenta lo stereotipo blues e un ottimo timbro, un po’ Joe Lynn Turner, un po’ Russell Allen di Atomic Soul, proprietà che gli consentono di affrontare il percorso con disinvoltura.
E’ tutto? Qualche punto debole c’è e si sente; la monotonia dei brani più lenti (Faith per esempio) costringe a cambiare rotta verso quelli più spigliati, ma si tratta di pochi episodi e in ogni caso marginali.
Gran bel dischetto quello di Kotzen, agile e brillante come ci si aspetta dall’icona statunitense. Non resta che consigliarne l’acquisto rimandandovi alle parole dello stesso chitarrista: “Andare in tour e produrre musica è la mia vita. E’ tutto quello che avrei voluto fare. Sono grato a tutti coloro che mi hanno aiutato a realizzare questo sogno, compresi voi che state leggendo”. E noi vogliamo ringraziarlo per gli ottimi risultati acquisiti. Bravo Richie.
Gaetano Loffredo
Tracklist:
01.Go Faster
02.You Know That
03.Fooled Again
04.Faith
05.Bad Things
06.Dust
07.Chase It
08.Do It Yourself
09.You’re Crazy
10.Feed My Head
11.Can You Feel It
12.Drift (demo version – euro bonus track)