Recensione: The Reverses

Di Stefano Santamaria - 11 Novembre 2016 - 9:30
The Reverses
Etichetta:
Genere: Avantgarde 
Anno: 2016
Nazione:
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75

I Terra Tenebrosa sono uno di quei rompicapo a cui, molte volte, ci si trova di fronte per caso, ed a cui poi si fatica ad allontanarsi proprio perché se ne vuole capire l’intima natura. Formatisi come realtà coesa nel 2009, ci è dato sapere che arrivano dalla Svezia ed il solo cantante The Cuckoo (vero nome: Tomas Hallbom) pare abbia avuto un passato in altre realtà, e nello specifico i The Ocean ed i The Old Wind. Abbiamo riascoltato più volte sia il loro ultimo lavoro, di cui proveremo qui a dare un’opinione, sia i loro due passati dischi. La domanda che ci siamo posti, in questo come in altri casi, è questa: “siamo di fronte ad un disco geniale, oppure ad un rumorismo fine a stesso, atto più a stupire con formalità via via buttate addosso all’ascoltatore senza un vero e maturo filo conduttore?”

The Reverses” è un’angosciante figura che ci osserva, forse uno spettro, forse un trucco che nasconde uno stupido scherzo. I suoni proposti partono da una base black metal che poi si fionda in un concetto avanguardistico di musica, da cui a volte ci si dilegua proprio per la natura di tendenza che si vuole appiccicare, più che per reali meriti di sperimentazione. Questo nostro conflitto interiore da un lato viene alimentato da oggettivi lapilli di genialità, che trasudano nelle ambientazioni e nelle emozioni che il sound dei nostri riesce a trasmetterci, dall’altro si schianta contro la destrutturazione che ravvisiamo in momenti di passaggio da un’atmosfera all’altra. I substrati di suoni che soggiacciono al di sotto delle melodie, sono nebbia che si innalza e che esalta e stimola l’ascoltatore più esigente. Visionari ed ancestrali, i pezzi si susseguono come ipnotica nenia che mette in moto un meccanismo diabolico, ingranaggi che cigolano e da frastuono sublimano in armonia.
Noise, dark ed ambient si amalgamano con distorsioni che hanno il retrogusto del core, portando alla mente un ideale incontro tra Blut Aus Nord, Deathspell Omega e Neurosis. In tal senso, proprio quel tratto distintivo del sound degli americani riaffiora dalla nera marea del più oscuro del black metal. Rispetto al passato, le vibrazioni metal, ed il comparto vocale in primis, irrobustiscono un’attitudine che guardava più all’ambientazione, che alla consistenza.
Fire Dances” è il perfetto sunto della classe e della cerebralità dei Terra Tenebrosa, la cui personalità non si discute.

The Reverses” è ad oggi la loro opera più matura, il cui solo limite è l’eccessiva voglia di andare oltre sempre e comunque, angosciando ma tediando anche i più avvezzi e curiosi alle novità. Realtà ed incubo si intrecciano, surrealistica pennellata che ci trasporta in un luogo sconosciuto, freddo, in cui la nostra coscienza ci guarda, ci ipnotizza sino ad annichilire ogni senso, dopo una riflessione durata un’esistenza.

Stefano “Thiess” Santamaria

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