Recensione: The Right Choices [EP]
Metalcore.
Questo sotto genere del death, negli ultimi due lustri, è letteralmente esploso disperdendo per il Mondo una quantità quasi illimitata di bands che, seguendo un andamento del mercato sempre più crescente, stanno portandolo alla saturazione. Non passa giorno senza che spunti – soprattutto da oltreoceano – un nuovo act con il relativo primo album ben confezionato da proporre a un pubblico fondamentalmente composto di una folta ed eterogenea massa di teen agers. L’aspetto riguardante il multiforme uditorio è forse quello che ha decretato il successo commerciale del genere, poiché il metalcore è una miscela di più stili intersecati fra loro; in primis il death per via della rudezza dei riffs di chitarra e per il growling di parte delle linee vocali.
Questo cappello, che sembrerebbe mirato a una critica negativa, è a supporto della fondamentale regola musicale che anche un genere trendy possa dar luogo a proposte degne dal punto di vista artistico. In effetti, l’aspetto tecnico è, nella sostanza, uguale per tutti: la preparazione di base è livellata sulla massima professionalità. I musicisti, ancorché giovani, sono perfettamente padroni dei propri strumenti. Registrazioni, missaggi e produzioni ineccepibili. Non sfugge a questa regola anche l’aspetto estetico: sempre curati artwork e copertine, mai fuori luogo look e attitudine (vera o falsa che sia).
A questi requisiti rispondono in maniera pedissequa i nostrani As We Die, della scuderia SG Records. The Right Choices è il loro primo lavoro, un EP autoprodotto (presso i 16th Cellar Studio di Roma) sino a poco tempo fa; al momento cioè della firma del contratto discografico. Il gruppo è di recente formazione (dicembre 2007), ma dimostra di avere bene in testa quale strada intraprendere: metalcore robusto e melodico, a uso del consumatore medio del mercato – si spera per loro – mainstream. Le canzoni del platter, infatti, sono equilibrate nel rapporto potenza/orecchiabilità, in modo da poter esser gradite a una larga fetta di ascoltatori. La semplicità delle armonie fa anche pensare che il target comprenda anche il pubblico «usa e getta», volenti o nolenti facente parte dei potenziali acquirenti di questo taglio musicale. La struttura dei brani non presenta alcuna sorpresa, data la sua elementare costruzione basata sull’iterazione del terzetto «strofa – ponte – ritornello». Con ciò, gli stessi brani sono tutti appetibili e – purtroppo per i Nostri – tutti simili (il fatto che l’armonia più interessante sia presente nel breve incipit strumentale It’s Time To Free Your Soul la dice lunga …). Non c’è una canzone che faccia da traino all’EP, che alla fine sa di sentito e risentito: le parti più aspre, quelle più rapide, quelle più lente e quelle più melodiche si possono ritrovare ovunque, nell’oceano metalcore.
Sinceramente, credo sia possibile trovare, anche con facilità, centinaia di proposte che abbiano uguale groove e personalità (poca). Mancando quindi sostanza nell’aspetto artistico, l’obiettiva bravura tecnica del quartetto non può portare The Right Choices alla sufficienza che, se non ci sarà progressione stilistica, rimarrà sempre una chimera.
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Track-list:
1. It’s Time To Free Your Soul 1:08
2. My Fire Will Burn Again 3:28
3. Angel 3:50
4. My New Star 3:40
5. Nightmare 3:28
6. The End Is Coming 3:32
Line-up:
Luca – Vocals, Bass
Matteo – Guitar
Roberto – Guitar
Denis – Drums