Recensione: The Rising Era Of Goat
E’ in qualche modo rassicurante l’esistenza di gruppi ancora legati a sound e a soluzioni prettamente old school, nonostante la recente formazione e nonostante la giovane età anagrafica dei componenti. E non tanto per motivi squisitamente nostalgici, quanto per il fatto che ciò in un certo senso garantisce la salvaguardia delle fondamenta del genere, permettendo paradossalmente ad altri di esplorare nuovi orizzonti e nuove strade. Quest’antifona solo per presentare i violentissimi e grezzi Vuohi (=’capra’ in Finlandese), che, dalla Terra dei Mille Laghi, ci propongono il loro secondo demo autoprodotto The Rising Era Of Goat (appunto…). Abbiamo a che fare con ventidue minuti scarsi di metallo crudo ed estremo, figlio bastardo innanzitutto del black più intransigente e del death metal più primordiale, ma che non nasconde sprazzi di crust punk à la Impaled Nazarene e di vecchio grindcore come solo i mitici Repulsion sapevano fare. Troppa carne al fuoco? Possibile, di certo i Nostri non sembrano accettare compromessi di sorta e non mettono freni alla loro voglia di brutalizzare i nostri padiglioni auricolari.
Più che buona la registrazione (del resto in Finlandia anche chi è agli inizi è messo nella condizione di lavorare in modo ineccepibile) che riesce volontariamente ad essere grezza quanto basta, per dieci pezzi che, senza pause o soluzioni di continuità, sono una vera e propria ondata di violenza e cattiveria cieca. Davvero inutile in questo caso procedere con un track by track, proprio perché le canzoni sono sostanzialmente omogenee in quanto ad approccio e impatto; per rendere l’idea, sarà sufficiente menzionare alcuni episodi degni di nota sui quali la band dovrà focalizzarsi nel futuro al fine di rendere la sua proposta più interessante e distintiva.
Viene davvero presentato tutto l’armamentario extreme metal, dagli isterici blast beat della confusa title-track, ai marcati riferimenti al death vecchia scuola Earache di Blood On All, passando attraverso influenze più specificamente swedish (ma niente affatto melodiche), fino ad arrivare a passaggi di vera matrice ‘raw’ black metal. Insomma, puro estremismo sonoro che sulla carta può stuzzicare i gusti di chi cerca nella musica violenza e brutalità, a prescindere dalle classificazioni. Sulla carta, appunto, perché il rischio di peccare di ingenuità in questi casi è davvero alto. In linea di massima, i Vuohi se la cavano sufficientemente bene, non cadendo praticamente mai nel ridicolo e limitando al minimo i momenti di pura cacofonia.
Intendiamoci, nulla di sconvolgente, tenendo conto che certi integralismi non sono nuovi, soprattutto nell’underground, in ogni caso i Finlandesi fanno la loro discreta figura e portano a casa una piena sufficienza, che diventa anche qualcosa di più: quando si solleva il piede dall’acceleratore – ad esempio nella conclusiva Obituary – e le ritmiche cadenzate infondono più incisività ai pezzi (in un’ipotetica emulazione dei break proposti dai Kataklysm), oppure quando vengono ricreate con successo certe atmosfere di vecchia scuola underground – come in (In the Name of) Ultimate Humanity – ben lontane dai contesti patinati tanto in voga nel metal nord-europeo odierno. Atmosfere che sono tali non solo a livello musicale, ma anche nell’approccio “do it yourself” alla musica (registrazione, mix, layout: tutto è fatto in casa).
Lavoro breve, nero e brutale, quello dei Vuohi. Lavoro che, tutto sommato, può essere considerato un’uscita positiva. A seconda di quelli che saranno gli sviluppi, The Rising Era Of Goat potrà divenire una genuina e grezza prova di forza iniziale, oppure un semplice esperimento di violenza musicale fine a se stessa. Vedremo.
Vittorio “Vittorio” Cafiero
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Tracklist:
1.The Rising Era of Goat
2.Blood on All
3.Wulf
4.Flame
5.(In the Name of) Ultimate Humanity
6.Wasting the Bullets
7.The Name of the Newborn God/Grave Down Again
8.The Diary of a Necrophile
9.The Last Ride of Falling
10.Obituary
Durata: 22 minuti c.a.
Lineup:
Luoti – Guitar
Veri – Drums
Raaka – Bass
Saha – Vocals