Recensione: The ritual

Di dragontown1978 - 21 Dicembre 2003 - 0:00
The ritual
Band: Testament
Etichetta:
Genere:
Anno: 1992
Nazione:
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73

“The Ritual” si presenta con l’ermetismo del suo cover artwork sugli scaffali dei negozi di dischi nel lontano 1992 . Considerati sin dall’inizio della loro carriera come i “figliocci” dei ben piu’ blasonati Metallica , ricordo che l’attesa per questa nuova release era tanta tra gli amanti del metal , soprattutto in relazione alle vendite stratosferiche di “Snake” (cosi’ Hetfield ama chiamare il suo Black Album) : in sostanza , si sarebbe ammorbidita anche la band di Eric Peterson , negli arrangiamenti e nell’impostazione della forma-canzone , oppure avrebbe proseguito sui sentieri finora calcati sin dal 1987 ?

La verita’ sta nel mezzo , perche’ indiscutibilmente i Testament sono sempre stati un gruppo con una precisa impronta personale e fortemente coerenti , ma e’ altrettanto innegabile che l’effetto feedback provocato dall’album nero dei Metallica abbia prodotto degli effetti sulle scelte artistiche di questi giovani musicisti . In particolare , colpisce subito la produzione : i suoni si fanno piu’ puliti , decisamente piu’ precisi e levigati , la voce di Chuck non e’ mai stata cosi impostata , con linee vocali molto piu’ melodiche del solito . E’ bene sottolineare che stiamo sempre parlando di Thrash Metal , quindi il marchio di fabbrica della band e’ presente nonostante queste variazioni e l’introduzione di un nuovo gusto per gli arrangiamenti siano evidenti anche a orecchie inesperte .

Come nel precedente e ottimo “Souls Of Black” e’ una strumentale ad aprire le danze , per poi proseguire con l’incalzante “Electric Crown” , degna di nota perche’ si fregia di uno dei ritornelli in assoluto piu’ orecchiabili della storia di questo gruppo . Gia’ dallla prime battute si capisce che tira un’aria diversa da quella sporca e maligna di masterpiece come “New Order” : le canzoni hanno una struttura piu’ logica e prevedibile , mentre gli assoli hanno perso parte dello slancio neoclassico dei primi dischi e si inseriscono sempre puntuali laddove richiesto , senza slanci di follia . Una delle traccie piu’ rappresentative e’ a mio parere la seguente “So Many Lies” , un magigno mid-tempo che ricorda “Sad But True” nell’incedere e paradossalmente anche nel titolo! I Testament ci dimostrano di non essersi assolutamente ammorbiditi nelle intenzioni e nello spirito , e’ soltanto la “confezione” sonora a essere diversa , e non sempre i cambiamenti portano rovine . Purtroppo questo disco si caratterizza anche per il fatto di essere l’ultimo a vantare l’abilita’ di Alex Skolnick alla sei corde , e cio’ secondo me ha abbassato la qualita’ dei successivi dischi , sebbene le ritmiche rimangano di altissimo livello . “Let Go Of My World” riporta il metronomo della band ai livelli di partenza , con un riff di classica impostazione thrash a sorreggere il chorus .

E’ sicuramente un ottimo lavoro “The Ritual” , magari non cattivo come gli esordi ma in grado di mostrarci una band matura e desiderosa di allargare i propri orizzonti , nonostante la pulizia del sound  (forse il basso risulta troppo in secondo piano e quindi le canzoni perdono un po’ in mordente) e nonostante i musicisti si prodighino con convinzione nell’esecuzione dei brani . Nell’ambito della discografia dei Testament , “The Ritual” e’ uno spartiacque in quanto da questo momento in poi la band cessa di calcare le orme dei primi dischi per trasformarsi di volta in volta , lasciando spesso di stucco l’ascoltatore e con giudizi critici non uniformi. A mio modo di vedere questo rimane un album dignitoso e anche onesto , ben scritto dal punto di vista delle liriche (le migliori forse fino ad oggi…) e che soprattutto si chiude con due delle canzoni piu’ belle del repertorio dei californiani , cioe’ la semi- ballad “Return To Serenity” , che lascia con la pelle d’oca , e la tuonante track di congedo “Troubled Dreams” dove la voce di Billy si incastona tra le ossicina dell’orecchio medio dell’ascoltatore , dopo avergli perforato la membrana!

 

Michele “Dragontown1978” Milella

 

TRACKLIST

01. Signs Of Chaos

02 . Electric Crown

03. So Many Lies

04. Let Go Of My World

05. The Ritual

06. Deadline

07. As The Seasons Grey

08. Agony

09. The Sermon

10. Return To Sserenity

11. Troubled Dreams 

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