Recensione: The Road To Heaven
Tanta melodia, una discreta dose di buon gusto, produzione di livello ragionevole ed un profilo rilassatamente orecchiabile ed accomodante, sono gli ingredienti principali reperibili nella proposta dei veterani Alliance, band nata una decina d’anni fa dall’unione di Robert Berry (Hush, Ambrosia), Gary Pihl (Boston, Sammy Hagar), David Laser (Sammy Hagar) ed Alan Fitzgerald (Nightranger), che giunge in questi giorni al traguardo del terzo capitolo sulla lunga distanza.
Poco propensi a slanci ad alto voltaggio o di particolare carica incendiaria, i quattro statunitensi anche per ‘The Road To Heaven‘ percorrono la strada già conosciuta, non aggiungendo ne togliendo nulla a quanto sentito in passato.
Boston, Saga, Magnum e qualche attimo Survivoriano, uniti ad un gusto talora indugiante nella raffinatezza prog più morbida, appaiono, infatti, come i principali riferimenti riconoscibili tra le pieghe dei tredici episodi offerti.
Basando la struttura dei pezzi sulle ottime corde vocali di Berry (vicino ad un certo Dan Huff dei grandi Giant) e su di un songwriting dalla notevole affinità con il class rock ottantiano, il gruppo riesce a maturare un disco interessante anche se non volto a livelli d’eccellenza, accettabile e con qualche traccia ben confezionata.
I melodic rockers più incalliti, pur senza riconoscere attimi indimenticabili, non si diranno certamente dispiaciuti nell’ascoltare la tripletta composta da “I Can Breathe”, “Anything Goes” e “Nothin’ Else I Can Do”, che, grazie ad inserti di tastiera di grande impatto ed a ritornelli godibili e di facile presa, garantiranno una giusta dose di belle sensazioni ad ampio respiro, così come tutt’altro che sgradite risulteranno le più caratteristiche “Remember Those Days” e “Much More Innocent”, forse meno brillanti, ma ugualmente testimoni di una buona vena compositiva.
Qualche dubbio, potrà invece sorgere da situazioni maggiormente ripetitive e statiche, così come riscontrato in “Comin Home”, “Make A Stand”, “Like Me Like That” e “Broken Glass”, brani-filler poco incisivi dal punto di vista del coinvolgimento che, rivelandosi tutto sommato banali e scontati, non lasciano grandi segni del proprio passaggio.
Detto di una produzione che si attesta su livelli qualitativi più che sufficienti e di un valore tecnico dei musicisti indubbiamente ragguardevole, la conclusione, fatte le dovute stime, è di certo positiva e sufficiente a consigliare un ascolto agli amanti del genere.
Un album discreto in buona sostanza, che non aggiunge nulla alla carriera di un gruppo dignitosissimo e dalle buone individualità.
“The Road To Heaven” non riuscirà di certo a rivoluzionare il panorama del rock melodico, ma saprà comunque offrire qualche scampolo di buona musica e, soprattutto, non mancherà di farsi apprezzare nei momenti di maggiore relax.
Tracklist:
01. Road To Heaven
02. I Can Breathe
03. Make A Stand
04. Anything Goes
05. Like Me, Like That
06. Broken Glass
07. We Don’t Talk
08. Comin’ Home
09. Nothin’ Else I Can Do
10. Walkin Away
11. Remember Those Days
12. Not Done Til It’s Done
13. Much More Innocent
Line Up:
Robert Berry – Voce / Basso
Gary Pihl – Chitarra / Back. Voc.
David Lauser – Batteria / Back. Voc.
Alan Fitzgerald – Tastiere / Back.Voc.