Recensione: The Roozalepres
Ruvidi e veloci, senza particolari sovrastrutture, privi di eccessi negli arrangiamenti o arzigogoli strumentali.
In altre parole punk, o meglio, punk n’roll. Quel peculiare stile che va a raccogliere le tradizioni britannica e scandinava per metterle in fila con i Misfits ed i Ramones, alla ricerca di un’espressività particolarmente schietta ed arrembante.
Arrivano dalle campagne toscane e sono – ovviamente – del tutto nostrani i ruspanti The Roozalepres, band all’esordio che non ci saremmo aspettati di vedere promossa da nessun’altro che non fosse la sempre attivissima Go Down Records.
Difficile, sempre più difficile, reperire nell’arsenale della piccola label veneta band sprovviste di almeno un briciolo di talento. La ricerca di entità musicali che, prima di tutto, possano esprimersi liberamente, è una sorta di garanzia. Qualcosa magari potrà non piacere. Nessuno potrà mai affermare però, che quanto proposto vada ad infettarsi con tossiche logiche commerciali di un qualche tipo, arrampicandosi verso trend imperanti o strizzando l’occhio alle correnti modaiole.
Musica libera, allo stato brado. Un po’ come sono questi quattro scavezzacollo attivi nell’area rurale a cavallo tra le province di Firenze, Siena ed Arezzo. Nebbia, colline e vino rosso: simboli di una veracità rustica che inevitabilmente si riverbera in canzoni che per osmosi ne ricevono l’essenza.
Il loro disco, in effetti, viaggia veloce e tira dritto come vuole un buon prodotto di semplice, schietto e crudo rock n’roll. Unica concessione al mainstream, l’aggiunta sporadica di sfumature vagamente più hard che potrebbero rimembrare Hardcore Superstars ed Hellacopters. Oppure qualche sentore rockabilly alla Volbeat prima maniera. Senza tuttavia rincorrere a tutti i costi l’effetto speciale che lasci a bocca aperta un pubblico di frequentatori occasionali.
Alto volume, chitarre saettanti, pochi accordi, molto sudore ed altrettanta energia.
Una formula consolidata e vecchia come la preistoria che però non delude praticamente mai e garantisce sempre un po’ di divertimento.
Il miracolo è proprio lì: anche senza inventare nulla la miscela finisce per funzionare come di consueto, coinvolgendo un pubblico potenzialmente trasversale,
Gradito alle orecchie di qualche vecchio “caprone” del rock n’roll come il sottoscritto, così come alle nuove leve affascinate dal punk easy listening che scorre lesto come una buona birretta fresca.
Basta alzare il volume e dar libero sfogo al clangore infernale di “Anti You”, “Come and Go”, “Frankenstein Heart” e “Riding Cosmos” per scatenare magicamente l’antico demone del rock n’roll, vivo e scalciante tra questi solchi come un giovincello in piena tempesta ormonale.
Ritmiche aggressive ed impazzite, unite ad un’ottima voce, perfetta per il genere.
Ogni tanto anche dischi semplicemente “ignoranti” (nel senso buono!), primitivi e “spazzacervello” come il debutto dei selvaggi The Roozalepres possono rivelarsi necessari quasi quanto una profonda boccata d’ossigeno!