Recensione: The Rough Sessions
Oscuri, plumbei, granitici, massicci. In una sola parola, Stoner.
O forse, per meglio identificare una proposta che fa di chitarroni ribassati ed inserti psichedelici una formula imprescindibile, “stoner – doom”.
Nati nel corso del 2006 dall’incontro del chitarrista Moris Fosco e del bassista Mauro Passeri, successivamente raggiunti dal drummer Andrea Vozza, i Godwatt Redemption sono una delle tante talentuose band attive nel sottobosco più tenebroso della nostra penisola che, armate di sana passione, determinazione e qualche idea, sgomitano nel tentativo di emergere o, quanto meno, di farsi notare dalla fascia di pubblico più adatta ad apprezzarne le caratteristiche.
Psichedelia “desertica”, atmosfere opprimenti e dilatate, rifferama spesso come una lastra di cemento e vocals talora declamatorie, sono un compendio pressoché perfetto al fine di comporre un nutrito numero di tracce devote a sonorità di evidente matrice settantiana in cui, riferimenti e spunti accostabili a numerosi nomi celebri della scena internazionale, abbondano e si manifestano ad ogni angolo.
Cathedral, Kyuss, Black Sabbath, Black Label Society ed un pizzico (minimo per la verità) di Motorhead sono, giustamente, alcune delle citazioni più azzeccate e pertinenti nel descrivere il suono del gruppo originario del frusinate, non a caso, chiamate in causa proprio dalla biografia nel ruolo di principali muse ispiratrici.
Giunto con “The Rough Session” alla terza pubblicazione autoprodotta, il terzetto mostra già una buona esperienza e padronanza della materia, mostrando interessanti capacità nel calarsi in modo credibile all’interno di ambienti e sensazioni di certo non propriamente mediterranei.
Heavy Rock quadrato, caliginoso, talvolta asfissiante ed impenetrabile come il porfido, si avvinghia attorno a riff di chitarra robusti e potenti, lasciando che velocità, dinamismo e sveltezza, siano termini quanto più possibili alieni e lontani dal panorama offerto.
La produzione – come suggerito dallo stesso titolo del disco – volutamente ruvida e diretta, unita alla voce di Fosco, cantilenante e cadenzata, non fanno altro che amplificare l’avvolgente alone di ipnotica pesantezza di cui è pervaso il disco, assecondando la percezione di un prodotto realizzato – nonostante la veste grezza e rude – con estrema cura ed attenzione per i dettagli.
Esaltato da tracce di purissimo e monolitico stoner-doom quali “Three Open Doors”, “Hands Of Zelda” e “Circles”, “The Rough Session” non è certo un piatto consigliabile agli amanti di atmosfere luminose ne, tanto meno, ai fautori del rock più esplosivo e divertito.
Cieli carichi di pioggia e pietraie assolate. Stranianti paesaggi desertici o brumose foschie autunnali: nella musica dei Godwatt Redemption non esistono compromessi.
Per contatti: godwattredemption@hotmail.com
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Tracklist:
01. The Meeting-cult Of Magic Eye
02. Last Fright (For The Unholy)
03. Godwebs
04. Three Open Doors
05. Brainsane
06. Psychotria High
07. Hands Of Zelda
08. Paths Of Oblivion
09. Cirlces
Line Up:
Moris Fosco – Voce / Chitarra
Mauro Passeri – Basso
Andrea Vozza – Batteria