Recensione: The Rule of Right [Reissue]

Di Lorenzo Bacega - 31 Marzo 2010 - 0:00
The Rule of Right [Reissue]
Band: Kelly Simonz
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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62

La carriera musicale di Kelly Simonz inizia all’età di quattordici anni, quando, dopo essere entrato in contatto con la musica di Yngwie Malmsteen e di Akira Takasaki, decide di dedicarsi allo studio della chitarra. Nel 1989, una volta raggiunta la maggiore età, Kelly abbandona il natio Giappone per iscriversi alla Musicians Institute di Los Angeles, in California, salvo poi farvi rientro in via definitiva nel 1994, una volta terminati gli studi. Quattro anni più tardi vede la luce il primo lavoro completamente autoprodotto (intitolato Sign of the Times), un disco che permette al chitarrista nipponico di costruirsi una certa reputazione nei circoli underground locali e che attira l’attenzione di varie etichette da tutto il mondo. Nel 1999 viene pubblicato il vero e proprio album d’esordio, dal titolo Silent Scream: un disco che conferma la notorietà del guitar hero giapponese e che riscuote un discreto successo a livello locale. Nel 2002 è invece la volta del secondo full length ufficiale, intitolato The Rule of Right, pubblicato in via esclusiva in Giappone tramite un’etichetta indipendente. A distanza di sette anni da questa uscita, arriva ora anche in Europa la seconda fatica di Kelly Simonz, dal titolo The Rule of Right, data alle stampe sul finire del 2009 dalla finnica Lion Music.

Composto da tredici tracce (per un minutaggio complessivo di poco superiore ai cinquanta primi di durata), questo The Rule of Right è un lavoro riconducibile al metal neoclassico sulla scia di artisti del calibro di Yngwie Malmsteen, Tony MacAlpine o Vinnie Moore, dove ritmiche prettamente hard n’heavy si mescolano a influenze più marcatamente progressive-oriented (chi ha detto Symphony X?) e a lunghi assoli di chitarra. Protagonista assoluto del disco può senza dubbio essere considerato il chitarrista Kelly Simonz, qui impegnato anche in veste di cantante, nonché come principale compositore di tutte le tracce qui proposte. Al suo fianco troviamo una sezione ritmica decisamente solida, composta da Keisuke Nishomoto al basso e da Tetsuya Hoshiyama alla batteria. Ancora a tratti acerbo per quanto riguarda il songwriting, questo The Rule of Right ci consegna una manciata di pezzi dall’elevato tasso tecnico e nel complesso molto ben suonati (fatta eccezione per un cantato un po’ troppo piatto e davvero poco entusiasmante, ad opera dello stesso Kelly Simonz), ma che mostrano pochissima personalità e scarsa inventiva: i brani qui proposti convincono infatti solo in parte, risultando a tratti estremamente ripetitivi, poco ispirati e con poche idee effettivamente interessanti. Canzoni come ad esempio l’opener Destiny (molto vicino alla produzione del già citato Yngwie Malmsteen), la tirata Till the End of Time oppure la funambolica power-oriented The Rule of Right, nonostante il grande sfoggio di tecnica esibita (un po’ troppo fine a sé stessa a dire il vero) non riescono purtroppo mai a fare presa a dovere sull’ascoltatore, perdendosi di continuo tra fraseggi davvero troppo ripetitivi e cascate di note eccessivamente fredde e stucchevoli. Migliorano un po’ le cose quando il chitarrista nipponico abbandona i tecnicismi forzati a beneficio di atmosfere più suggestive ed emozionanti, come nella malinconica Desperado, brano completamente acustico dove a farla da padrone è una dolce melodia spagnoleggiante, oppure nella breve e sperimentale Blind Faith.

In definitiva, questo The Rule of Right è un disco tutto sommato ben suonato e con alcuni pezzi abbastanza riusciti, ma che non brilla affatto quanto a originalità e che presenta inoltre un paio di lacune che ancora affliggono il songwriting: le canzoni proposte in questo lavoro nella maggior parte dei casi appaiono infatti un po’ troppo ripetitive, eccessivamente piatte (questo anche a causa di un cantato assolutamente non all’altezza della situazione) e in certi frangenti davvero poco incisive, per un disco che, nonostante un più che valido sfoggio di tecnica (anche se un po’ troppo fine a sé stessa) non riesce mai a decollare. Insomma, un’uscita abbastanza trascurabile questa, nella speranza che, con il prossimo lavoro, il buon Kelly Simonz possa raggiungere livelli qualitativi decisamente migliori.

Lorenzo “KaiHansen85” Bacega


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Tracklist:
01. Destiny
02. Till the End of Time
03. Still (2002 Version)
04. The Rule of RIght
05. Desperado
06. King of the Castle (2002 Version)
07. Time of Revelation
08. Partita BWV826
09. Now your Turn
10. Sprendid Grief
11. Dancing on the Edge
12. Blind Faith (Jungle Mix)
13. Etude

Lineup:
Kelly Simonz – Vocals, Guitars
Keisuke Nishomoto – Bass
Tetsuya Hoshiyama – Drums

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