Recensione: The Satan Creation

Di Andrea Bacigalupo - 26 Ottobre 2024 - 14:37
The Satan Creation
Band: Reverber
Etichetta: Autoprodotto
Genere: Thrash 
Anno: 2024
Nazione:
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82

Diventano quattro gli album dei nostrani Reverber: la loro ultima creatura si chiama ‘The Satan Creation’, disponibile dal 05 ottobre 2024.

Una creatura forte e potente, fratello in linea diretta dell’ultimo ‘Sect of Faceless’ uscito quattro anni fa: i Reverber suonano un Thrash Metal solido e ruvido quanto la carta abrasiva da 180, sparato a mille e senza mezzi termini.

The Satan Creation’ è composto da nove brani + intro che innalzano un muro sonoro robusto ed impenetrabile, fatto di riff vorticosi e melodie intransigenti, con l’aggiunta di un tocco epico che ne rafforza la carica bellica e ne aumenta la rotondità.

Le influenze pescano a piene mani dalla Old School ma, diciamoci la verità, se si suona “vero” Thrash Metal non può che essere così: l’importante, però, è metterci sempre qualcosa di proprio per cercare di evitare di finire nella massa irriconoscibile. Questo i Reverber lo stanno facendo, nel corso dei loro ormai 17 anni di carriera (di cui gli ultimi 4 con la lineup immutata) sono passati da un sound simil Metallica ad uno che è più rivolto verso la matrice tedesca, ma con una dose di personalità propria che ci sta sempre meglio.

Il mondo dei Reverber è ostile, soggiogato da un male oscuro che forse lo ha creato per poi portarlo all’annichilimento non solo fisico ma anche nell’anima … il buio che lo avvolge è però squarciato da una voce sovversiva, caustica e accusatrice: ‘The Satan Creation’ è un disco ribelle che incita alla rivolta, con le chitarre che fanno uscire dai solchi sciami di calabroni infuriati che arroventano l’aria (come in ‘Culpa Gravis’) e con segmenti d i tamburi che sembrano l’acceleratore di una motocicletta che si lancia nel vento (come nella Title-Track).

Non c’è spazio per sentimentalismi, i suoi 41,11 minuti sono caratterizzati da una ferocia senza limiti, eccetto che per un breve frammento di ‘Overdose’, traccia posta grosso modo a metà dell’album, composto da linee malinconiche e tristi che allentano per un attimo la stretta allo stomaco.

Lavoro senza compromessi, la sua natura bellica è messa subito in evidenza dalla sua intro: ‘Prelude of Chaos’, una sinfonia corale epica e solenne, particolarmente potente che immaginiamo sarà utilizzata per scaldare gli animi dai palchi.

Poi calano i martelli sulle incudini: da ‘The Satan Creation’ in avanti è tutta una mazzata sonora, un massiccio attacco sonico implacabile.

Tra i brani più coinvolgenti la Title-Track stessa, velocissima e senza respiro, la successiva ‘Kill the Clown’ ed il suo refrain marziale, l’ancora seguente ‘Culpa Gravis’ con i suoi crudeli cambi di scena e la già citata e terremotante ‘Overdose’.

Più difficili da assimilare, soprattutto al primo ascolto, ‘Hail the Psycopaths’ e ‘Slow Ritual of Mutilation’, i cui ritmi violenti e folli e continuamente cangianti sono devastanti ma un po’ ostici.

Chiude una particolare versione di ‘Thor (The Powerhead)’ dei mitici Manowar (dal grande ‘Sign of the Hammer’ del 1984), che dimostra che le sfumature epiche dei Reverber non nascono proprio dal nulla. La traccia è arrangiata in chiave Thrash secondo lo stile della band, per cui meno evocativa; permane però lo spirito guerriero … una cover riuscita (tranne, forse, che per i puristi dell’Epic Metal).

Concludendo, ‘The Satan Creation’ è un ottimo album che si ascolta più che volentieri, anche durante i momenti dove la rabbia esonda troppo dagli argini. I Reverber si dimostrano una band dai “numeri alti” che va oltre la semplice passione. Li seguiamo da un po’ e questo nuovo album è uno sprone per continuare a farlo.

The Satan Creation’ è stato mixato e masterizzato presso gli Hertz Studio in Polonia (Behemoth, Vader, Hate, Decapitated).

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