Recensione: The Second Great Awakening
I Fireball Ministry sono una band con all’attivo due albums ed un mini. Nati come finta congrega pseudo-cristiana (il cantante/chitarrista è Reverend James A. Rota II) danno alle stampe il primo Ou Est La Rock? nel 1999 presso la Bong Load Records.
In questo 2003 esce The Great Second Awakening per la Nuclear Blast.
Nella loro bio si legge che le maggiori muse ispiratrici sono state bands come Black Sabbath, Judas Priest e Grand Funk Railroad. In effetti queste influenze si percepiscono tutte.
La loro forma canzone è ripetuta per tutte le composizioni presenti in quest’album: riffs granitici al limite del doom stile Cathedral (di Ethereal Mirror o The Carnival Bizarre), per poi proseguire in pieno stile hard rock quasi stoner (e qui si sentono le influenze dei Black Sabbath Ozzy-era, soprattutto per il cantato, e quelle dei Grand Funk Railroad nella costruzione di riffs ariosi, aperti e acidi quanto basta), nel ritornello in pratica si scade nel pop…nell’hard rock psichedelico al limite del pop.
I nostri, che credo provengano dalla California, sono piacevoli da ascoltare, soprattutto se si vuole fare un tuffo nel passato con una produzione ottima (Nuclear Blast è una sicurezza) che ricalca bene quelle di trent’anni fa.
Un hard rock ruffiano che strizza un occhio a gruppi come Fu Manchu e che farà la felicità della nuova generazione di “stonati” e l’altro lo strizza a band psichedeliche settantiane (che pare sia la moda di questo periodo…basti vedere quanti coatti/truzzi per strada fischiettano il motivo degli ormai famosi White Stripes).
Non è certo un album per puristi hard rock, che subodoreranno puzza di falsità dopo le prime note, non è un cd per appassionati di tecnica, credo che i nostri Fireball Ministry non sappiano neanche cosa voglia dire tecnica.
E’ un cd da ascoltare con piacere ma che non passerà alla storia nè per originalità, nè per perizia tecnica, nè tantomeno per un certo puzzo di zolfo caro alle doom bands.
Gli highliths di questo “the Second Great Awakening” sono sicuramente: “King” in pieno Black Sabbath style, “Daughter Of The Damned” con un riff in apertura rubato ai Cathedral e una voce malinconicamente acida, “Flatline” che mi ricorda l’hard rock più arioso, forse la meno doom del lotto, e poi una menzione particolare a “He Who Kills” che, come le altre, parte doom per poi passare ad un hard rock d’annata e sfocia in un ritornello veramente coinvolgente.
Concludendo, un album divertente, piacevole ma che supera di poco la sufficienza…soprattutto grazie alla furbizia dei nostri e alla produzione.
Track List:
1. The Second Great awakening (Intro)
2. King
3. The Sinner
4. Master Of None
5. Daughter Of The Damned
6. Flatline
7. In The Mourning
8. He Who Kills
9. Rollin’ On
10. Choker
11. Maidens Of Venus