Recensione: The Seraphic Live Works
Doppio live album in uscita per i teutonici Vanden Plas, progetto attivo dall’ormai lontano 1986, dedito ad un progressive metal di classe. “The Seraphic Live Works” arriva dopo due anni di silenzio discografico e a distanza, invece, di ben 17 anni dalla loro precedente performance dal vivo, “Spirit of Live”. Un’ora e dieci abbondante di melodia, energia e di interpretazione di alto livello per un progetto musicale che non ha bisogno di presentazione alcuna. Per chi non conoscesse questa realtà musicale, possiamo darvi alcune indicazioni, relativamente alla loro proposta.
Siamo di fronte a un progressive allo stato puro, che nel corso del tempo si è spostato via via verso un approccio più metal, partendo dai Rush ed arrivando ai più attuali Dream Theater. La qualità ineccepibile degli artisti non si discute, ed il fatto stesso di aver avuto da inizio carriera, ad oggi, sempre la stessa line-up (rarità nel mondo musicale), mostra la coesione di fondo e l’esperienza di questi immensi artisti. Noi siamo in possesso solo dell’album audio, perché chi acquisterà invece il cd vero e proprio, avrà anche il dvd della performance. I pezzi non si discostano molto dalla versione nei full-length di provenienza, tranne per la sentita partecipazione del il pubblico in sottofondo e un livello di produzione che inficia il pregio dei suoni, sempre ricercati e ben bilanciati in studio. La setlist è snella ma efficace, s’inizia con “Postcard to God” e si finisce con “Silently“, ma non mancano chicche come “Far Off Grace” (dall’album omonimo) e “Cold Wind” (da Beyond Twilight).
Ci sarebbe piaciuto, comunque, che gli artisti avessero osato di più, a livello interpretativo, così da dare un motivo in più per acquistare un prodotto comunque di pregio. Come capita spesso in queste occasioni, un’uscita per collezionisti ed amanti del progetto, un modo per sentirsi parte di un avvenimento a cui magari non si è potuto partecipare ma che, se vissuto direttamente, avrebbe certo affascinato. In questo senso manca un po’ il sentore del “vivo” vero e proprio, ma non ne vogliamo fare una colpa ad una band dagli standard elevatissimi.
Stefano “Thiess” Santamaria