Recensione: The Serial Healer
Inizio 2008 in Italia all’insegna dell’HM classico duro feroce e violento grazie anche ai veterani Skanners da Bolzano, una delle punte di diamante della New Wave of Italian Heavy Metal nei primi anni Ottanta. La band capitanata dagli storici Claudio Pisoni (voce) e Fabio Tenca (chitarra) è attiva dal lontano 1982 e non si è mai sciolta. Fra gli highlight della carriera spiccano il supporting act alla prima calata in Italia dei barbari Manowar classic line-up con Ross The Boss, il Monsters of Rock con Dio e Helloween epoca Kiske e le diverse date insieme con defender del calibro di Saxon, Motorhead, Girlschool oltre alla condivisione del palco con leggende come Nazareth, Deep Purple e Thin Lizzy. The Serial Healer è il loro sesto album in studio, conteggiando anche Skanners Live del 1998.
Si parte con Soul Finder ed è subito metallo: chitarre moderne senza “sbragare” più di tanto tirano la volata a un Claudio Pisoni che di strada ne ha fatta veramente tanta dai tempi dell’ottimo debut album Dirty Armada del 1986. Si tratta di un mid tempo velocizzato dalla sezione ritmica rocciosa con dei cori ben scanditi come da tempo ormai gli Skanners ci hanno abituato. Welcome to Hell è Saxon da far schifo – in senso buono, s’intende! – e testimonia al meglio l’amore per il sacro metallo inglese da parte dei cinque bolzanini. Da grandissimo fan degli Stallions of the Highway di Barnsley devo ammettere che a occhi chiusi me li sono figurati più volte… di meglio i Nostri non potevano davvero fare: velocità, strumenti belli in chiaro, voce assassina e tanta voglia di fare HM purissimo. To Die is Not Forever torna su coordinate Skanners, cioè con più di una strizzatina d’occhi alla vicina Germania per via dell’alternanza dei cori carichi in stile Accept e dolci a mo’ di Scorpions.
The 17th Victim, come da titolo, non lascia prigionieri: piede sull’acceleratore, tanta chitarra e un Pisoni particolarmente cattivo nell’interpretazione. Iron Horse non è la cover del classico dei Motorhead ma una cavalcata vecchio stampo con riff affilati come lame di rasoi e la batteria di Kristian Kranauer che non perdona niente a nessuno. La title track inizia lenta e anthemica per poi dare spazio alle chitarre durissime di Tenca/Unterhauser che accompagnano questo brano marziale che riesce a far convivere il chorus da stadio con l’interpretazione agrodolce del singer.
Dagli Skanners si deve pretendere un brano lento come si deve, per dare continuità alla stellare Wild (da Pictures of War) ed ecco prontamente irrompere The Dream, una canzone non propriamente da ballare con la fidanzata ma che mostra una gruppo maturo che concede il giusto spazio alla melodia senza però abbandonare il retrogusto dark che tanto impreziosisce questa composizione.
Ci pensa Flash Razor a riportare la velocità protagonista mentre Beyond Darkness è un tuffo nel passato degli Skanners, precisamente in quello targato Helloween, con tanto di cori da urlare in fase concertistica. Immortality è l’unico episodio dove Claudio Pisoni dà finalmente tregua alla propria ugola duettando con una chitarra malinconica per un brano che suona poco più di un unplugged e chiude in maniera crepuscolare, in linea con la copertina, questo full length.
Chiosando, The Serial Healer è un prodotto figlio una band adulta che non dimentica il passato ma dimostra di guardare anche al futuro, facendo della potenza e dell’impatto frontale un vero e proprio must. E’ veramente entusiasmante poter verificare che dopo tanti anni di milizia gli Skanners puntino sempre e solo al sodo: heavy metal “straight in face” e songwriting d’esportazione. Manca quello che una volta veniva definito come “singolo” ma poco importa, il “tiro” è quello giusto per gli oltre quaranta minuti di musica proposti e alla fine va bene così.
Stefano “Steven Rich” Ricetti