Recensione: The Silent Enigma
Immensamente nauseabondo il disco che ha catapultato il famoso gruppo inglese nei cuori di chi è riuscito ad assimilarne le realizzazioni. I fratelli Cavanagh terminano la folle corsa verso il primo vero successo all’interno del più triste panorama metallico con una pubblicazione che lascia rabbrividere dopo una nutrita serie di demo e sette pollici molto promettenti, risalenti ai primi anni novanta, tra i quali citerei: An Iliad Of Woes (demo 1990) – All Faith Is Lost (demo1991) – They Die (7″ 1992) – We Are The Bible (7″ 1994). Atmosfere maniacali e sataniche che attraversando il primo full-lenght pubblicato dalla Peaceville sotto il nome di Serenades (1993) si evolveranno con il passare degli anni su una strada pericolosa, imprevedibile nelle curve che porteranno a vedere gli Anathema dai diversi punti di vista della loro discografia. L’eterno dolore presente in ogni singolo istante dei loro prezzi resterà per sempre il fattore comune di un gruppo che oggi ha nettamente modificato il suo filtro espressivo verso qualcosa di più accessibile: i primi lavori sono infatti di una pesantezza emotiva a dir poco disarmante, per qualcuno punto forte dei quattro inglesi, per altri meno. Tra questi primi lavori è stato scritto anche The Silent Enigma, un abbagliante getto d’inchiostro sugli occhi di coloro che in futuro dimostreranno di sapere trarre esempio da questo gruppo. Molti occhi.
Stabile ponte di passaggio tra gli oscuri lavori precedenti al 1995 e le atmosfere dal fluido rosa che seguiranno con Eternity, The Silent Enigma stringe la mano di chi conosce solo le ultime registrazioni della band, con una stretta soffocante che lascia i graffi più scuri sulle carni meno sensibili al credere nell’evoluzione di un genere musicale. Anche dal punto di vista delle liriche le differenze sono facilmente percettibili, poichè mentre negli anni seguenti si cercherà di costruire un contesto attorno ad ogni singolo termine, qui l’angoscia che il disco trasmette sta anche nel senso di disequilibrio e nell’indeterminatezza della manciata di versi che compongono il testo delle canzoni. La condizione dell’uomo viene ispezionata nella sua purezza, un individuo sospeso nell’oscurità della sua mente ormai circondata dalle mura. Poche righe presiedono ad interminabili secondi di oblio nel brano iniziale dell’album Restless Oblivion, devastante inizio dove chitarra ma soprattutto basso fanno al meglio la loro parte con un procedere incalzante e turbolento che disturba, inquieta per poi dissolversi nella voce bastarda di un Vincent Cavanagh che purtroppo non si vedrà più così incazzato.
Da segnalare anche la famosa Sunset Of Age, traccia in cui si affermano i caratteri che renderanno facilmente riconoscibili gli Anathema. Mi riferisco naturalmente alle introduzioni composte dai curvi arpeggi di chitarra elettrica in pulito che spesso si possono incontrare nelle diverse incisioni operate a fondo da questo gruppo di giovanissi ragazzi inglesi. Il brano in questione denuncia un mondo che ti lascia affaticare nella ricerca della serenità, per poi ucciderti una volta trovata. Giunto il turno della toccante The Silent Enigma, le chitarre abbandonano le rauche distorsioni alla sezione ritmica di John Douglas alla batteria e Duncan Patterson alle 4 spesse corde di un triste basso, mentre la voce di Vincent si allontana ansimante, stanca e confusa.
Dedico queste ultime righe al brano chiave del disco. A Dying Wish rappresenta lo spaventoso livello artistico raggiunto dagli Anathema: seguendo il giro di chitarra proposto nelle prime battute, le chitarre sviluppano un riffing pregiato in perfetto accordo con l’atmosfera creata nelle precedenti tracce, incessante fino al trascorrere della prima metà del pezzo più lungo del disco. Prima dell’ultima cavalcata, il basso di Duncan procede in un crescendo angosciante e tenebroso che trascina per i capelli fino alla conclusione della strumentale Black Orchid.
Da avere.
Andrea’Onirica’Perdichizzi
TrackList:
1. Restless Oblivion
2. Shroud of Frost
3. …Alone
4. Sunset of Age
5. Nocturnal Emission
6. Cerulean Twilight
7. The Silent Enigma
8. A Dying Wish
9. Black Orchid