Recensione: The Stagnation of Centuries

Di Luigi Ippolito - 25 Ottobre 2009 - 0:00
The Stagnation of Centuries
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Anno: 2008
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80

I Sanguis Imperem sono un apocalittico trio californiano formatosi nel 2006 dai chitarristi S.S. ed R.S., che si occupano anche delle parti vocali alternando growl profondo  e screaming. Nel 2007 registrano il loro primo demo “MMVII” e prendono parte ad una performance live sotto il nome di Holocaust Wolves of The Apocalypse con alla voce Daemon Bloodstorm della cult war black metal band australiana Bestial Warlust, suonando 7 pezzi degli stessi. Reclutato poi il batterista J.G., registrano quindi questo The Stagnation of the Centuries, che mostra la band alle prese con un death metal che rimanda alle vecchie release di Immolation ed Incantation.

Il disco si apre con The fall of 66 (introdotta da pesanti passi di soldati in marcia) che ci esplode in piena faccia con un riff corpulento per poi aumentare subito il ritmo in un assassino blastbeat. La seconda Humanity’s Dirge si mostra più cadenzata ed ai limiti del death/doom nella parte centrale, con vocals che emanano sofferenza ed a loro volta opprimono, parlando di Magister della Santa Inquisizione che torturano, impalano, crocifiggono nei bui secoli del Medioevo, afflitti da una piaga che conta morti al pari di flagelli naturali come la peste nera. Il tutto sotto lo sguardo divertito ed incuriosito di granduchi, mercenari e reietti.

La seguente Led to Disaster si mostra già più tirata, evidenziando vari cambi di tempo sempre azzeccati che riescono a tenere alta l’attenzione di chi ascolta, nonostante la notevole mole della proposta. Con Intolerance si torna su registri slow e midtempo, ed anche qui le vocals creano un connubio di malignità ed oppressione. Negli oltre sette minuti, c’è spazio anche per violente esplosioni al fulmicotone che variano il registro. La conclusione tocca a Conflagration, altra traccia up-tempo dominata da un sound sempre potente e cristallino che sfocia poi, dalla parte centrale, in un’atmosfera plumbea debitrice delle parti lentissime dei maestri Incantation.

Con due foglie di alloro che si incrociano con al centro una testa di morto senza mandibola, titoli come “Intolerance” ed attitudine votata all’oltranzismo sia sonoro che lirico, i Sanguis Imperem hanno parecchie carte in regola per ritagliarsi un posto riguardevole nell’underground, ed i devastanti tour di supporto a Gospel Of The Horns, Cemetery Urn e Master lo dimostrano già.

Luigi “El Feroce” Ippolito

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Tracklist:

1. The Fall of 66
2. Humanity’s Dirge
3. Led to Disaster
4. Intolerance
5. Conflagration

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