Recensione: The Storm Within
Gli italiani Winter Haze arrivano all’esordio discografico sotto UkDivision Records con questo The Storm Within. Un album che già dalla cover non lascia alcun dubbio su quale sarà la proposta della band di Parma: un power metal sinfonico con influenze gothic che farà sicuramente la gioia dei fan di band come i maestri del genere, ovvero i Nightwish. La voce di Giorgia è davvero una piacevole nota di questa nuova realtà tricolore, delicata e interpretativa, e che mostra una discreta disinvoltura nel passare da un cantato metal a uno di stampo strettamente lirico.
I Winter Haze mostrano anche buona compattezza come band, mostrando un songwriting che, se da un lato non brilla certo per originalità e per idee, dall’altro si mostra intelligente nel porre in secondo piano pseudo virtuosismi a fronte di una maggior compattezza e di una solida struttura dei brani.
Come si diceva in apertura, le influenze principali le si ritrovano nella band finlandese; sono presenti in modo costante infatti orchestrazioni e tastiere, che accompagnano la voce delicata e di stampo lirico di Giorgia. Questi elementi si fondono poi con il resto della band che mette in mostra, e questo è importante sottolinearlo a onor del vero, una tendenza verso soluzione più heavy rispetto ai colleghi finlandesi, con riff granitici e forti distorsioni della chitarra che si accompagnano a una batteria indiavolata.
Il songwriting a cui si è accennato precedentemente purtroppo però non sempre è affiancato da qualità; vi sono episodi infatti dove i nostri riescono a scrivere brani che funzionano, di buona fattura, ma in altri si hanno dei momenti in cui il livello qualitativo scende pericolosamente. A questo va aggiunto una produzione che non da risalto al sound della band, sacrificando soprattutto le orchestrazioni.
Vi sono quindi brani di ottimo impatto come l’opener Trail Of The Wolf, una canzone dove si mescolano velocità power a momenti più riflessivi, e la successiva Eyes Of The Dawn, dove tastiere psicadeliche e dolci violini accompagnano un brano veloce e dinamico, sicuramente uno dei capitoli migliori dell’album. Notevole anche la imponente Deconstruction Of Mind, permeata da una atmosfera horror enfatizzata dalla presenza di sospiri e screaming vocals. La band in questo caso mostra tutto il suo amore anche per il metal più tradizionale, con riff di chitarra potenti e sempre in primo piano. Bellissimo il chorus di Darker World, evocativo e curato nei minimi dettagli dalla voce della brava Giorgia, come la strofa che si adagia su ritmiche e melodie che scavano negli anni ’80.
Non mancano però, come si è accennato, canzoni meno riuscite, come White Witch, brano che non riesce a decollare, o come Unme e From Here To Eternity, i quali diventano presto prevedibili e abbastanza banali, senza anima, che non riescono a fare presa sull’ascoltatore e finiscono col passare inosservati. Peccato per Innocent Dream e Neverland, due capitoli dove, tra i vari bassi, si scorgono delle soluzioni musicali interessanti e pretenziose, mostrando come a questi ragazzi il coraggio certo non manca.
In conclusione quello dei Winter Haze è un buon esordio, caratterizzato da alcune ottime canzoni alternate a mezzi passi falsi. Le potenzialità a mio avviso ci sono tutte; con una produzione migliore e con una maturazione a livello di songwriting, trovando magari il modo di distaccarsi maggiormente dai Nightwish e mostrando quindi idee fresche oltre a evitare i passi falsi precedentemente sottolineati, ci si potrà di certo attendere album interessanti da questa band. Un gruppo in definitiva da tenere d’occhio, un’altra realtà del nostro paese che merita quanto meno di essere presa in considerazione.
Roberto “Van Helsing” Gallerani
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Tracklist:
1. Trail Of The Wolf
2. Eyes Of The Dawn
3. White Witch
4. Deconstruction Of Mind
5. From Here To Eternity
6. Event Horizon
7. Unme
8. Darker World
9. Innocent Dream
10. Neverland
Line up:
Giorgia Marra: vocals
Raffaele Albanese: Guitars and Vocals
Lorenzo Solazzi: Bass
Stefano Bottarelli: Keyboard
Matteo Rossi: Drums