Recensione: The Story of Death SS 1977-1984 Part II
Per la prima volta in vinile, The Story of Death SS 1977-1984 Part II vede la luce per la sempre attiva, in ambito Death SS, etichetta Deadly Sin Records.
Rispetto all’edizione in Cd in soli 150 esemplari licenziata dal fan club ufficiale della band nel 2008, il nuovo fiammante trentatré giri gode del remaster effettuato dal tastierista del gruppo Freddy Delirio, al secolo Federico Pedichini, presso gli studi FP di Lucca, noti per aver dato i Natali ai lavori di Sancta Sanctorum, W.O.G.U.E., Tygers of Pan Tang, Fog e gli stessi Death SS.
L’lp di 180 grammi è incastonato in una confezione cartonata a doppia anta apribile che riporta al centro una delle foto più spettacolari e minacciose dei Death SS ritratti nella Loro prima, inarrivabile, killer-line up Sylvester/Chain/Galley/Chaste/Hughes, sulla falsariga di quella apparsa nella leggendaria intervista del 1982, realizzata da Beppe Riva insieme con la band nella cripta di un cimitero dell’Italia Centrale (disponibile a questo link).
Graficamente in linea di continuità con la prima The Story of Death SS 1977-1984 uscita sotto Minotauro Records nel 1987, l’uscita targata Deadly Sin si completa con un vero poster 60 x 40 cm riportante il manifesto del mitico concerto tenuto dai Death SS presso il Bobadilla Club di Morciano di Romagna (Fc), il 26 luglio del 1980 ed è disponibile in edizione limitata a 666 copie numerate a mano, suddivise in tre diverse tipologie: Gold Deluxe Edition, Yellow Edition e Regular Edition. La recensione fa riferimento all’edizione dal vinile giallo trasparente.
La side A si apre con Kings of Evil nella sua versione primordiale, registrata dal vivo ed estratta dal demo II del 1982, a seguire Terror, sempre live, direttamente dal leggendario concerto del Bobadilla Club sopraccitato. Denominatore comune ad entrambe la voce, acidissima, di Steve Sylvester e il basso opprimente di Danny Hughes. Da sottolineare il suono della mannaia di Paul Chain nel siparietto finale della stessa Terror: da vero brivido…
I due successivi estratti dalle rehearsal room recording session del 1981, Black Mummy I e I Love the Dead, restituiscono, anche se pare un eufemismo affermarlo, un po’ più di pulizia e nitidezza (???) al suono, quantomeno se paragonati ai pezzi precedenti.
A chiudere la Side A un’altra accoppiata maledetta, Cursed Mama e Black Mummy II, catturata sempre on stage, dal famoso concerto di supporto ai Gaznevada, al Palasport di Pesaro, il 24 aprile del 1981, da molti ricordato come “La notte delle lunghe frattaglie” tanta fu la quantità di carne marcia e affini che venne riversata sulle prime file del pubblico da parte dei Signori delle Tenebre appartenenti alla stessa città…
Il secondo lato del 33 giri si apre con un trittico di brani incisi nel 1982 in sala prove: Profanation, Buried Alive e Agreement with the Devil. L’essenza dell’archetipo del demo anni Ottanta italiano risiede tutta qua. The Night of the Witch proviene invece da una prestazione live, sempre dello stesso anno. A chiudere, alla grandissima, il vinile, due ulteriori chicche, catturate entrambe dal vivo, appartenenti al periodo Death SS privo di Steve Sylvester: The Black Widow con Paul Chain alla voce (1983) e Chains of Death con dietro al microfono Sanctis Ghoram.
The Story of Death SS 1977-1984 Part II chiude definitivamente il cerchio legato alla celebrazione dei Death SS nel Loro primissimo periodo, raccogliendo tutto quanto il materiale esistente restato fuori dalla precedente Story I del 1987 e da The Horned God of the Witches del 2004.
Per entrare in piena sintonia con il suono catacombale contenuto in questo ellepì bisogna “farci su l’orecchio”, cosa non semplice né immediata, che va unita a un bel po’ di convinzione, ma una volta entrati nel mood giusto si rischia per davvero di consumare i solchi di The Story Part II, un coacervo di Evil Horror Metal puro costruito su vibrazioni mefitiche che mette a nudo i Death SS più sporchi e maligni della storia.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Death SS: the classic, killer, line-up