Recensione: The Strange Order

Di Federico Reale - 22 Giugno 2011 - 0:00
The Strange Order
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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73

Nati dalle ceneri del progetto Equinoxe, i francesi Stolen Memories vengono fondati nel 2007 dai fratelli Baptiste ed Antoine Brun, rispettivamente chitarrista e batterista. Dedicatisi subito alla ricerca di altri membri per completare la formazione, i due reclutano Najib Maftah (cantante e scrittore dei testi), Mathieu Branchet (bassista) e Sébastien (tastierista), rimpiazzando quest’ultimo dopo un anno da Alexis Armion. Il primo full-lenght del quintetto viene pubblicato nel 2010, e viene intitolato The Strange Order, sotto la piccola etichetta Manitou.

L’album non parte sotto i migliori auspici: i due brani iniziali Faces of Madness e Days of Despair mostrano sì una buonissima tecnica strumentale da parte degli Stolen Memories, ma finiscono poi per rivelarsi piuttosto prolissi e ripetitivi, senza contare che le linee vocali sembrano essere oltremodo forzate. Le cose non si aggiustano con la successiva The Gift, forse un pochino più riuscita delle precedenti, ma senza essere comunque un pezzo che faccia gridare al miracolo.
The Strange Order a questo punto sembra essere il solito disco anonimo come ne escono tanti al giorno d’oggi, ma a partire da Painful Regrets in poi si assiste ad un grande incremento qualitativo, confermato anche da The Mortal God, in cui i francesi si rivelano capaci di creare atmosfere molto evocative. È soprattutto da sottolineare il fatto che la voce e gli strumenti si incastrino finalmente alla perfezione, come non accadeva invece nelle prime tracce.
Con Under the Rain, squisito pezzo influenzato dai Dream Theater di Scenes from a Memory pieno di melodie notturne e suggestive, si arriva sicuramente al miglior episodio del disco, in cui ogni membro sfodera una grande prestazione: in particolare il chitarrista Baptiste Brun sciorina grandi riff ed assoli a profusione, mentre il fratello Antoine crea una base ritmica solida e convincente. Ottima la prova vocale di Majib Maftah, decisamente molto espressivo.
Si chiude a livelli abbastanza buoni con due bei pezzi come l’ipnotica ed orientaleggiante Order of Sin (ottime le scale chitarristiche e molto intriganti le trame di tastiera) e My Last Resort, a confermare la bontà dell’album.

Naturalmente non si tratta di un capolavoro, ma probabilmente se non fosse per le prime tre canzoni si parlerebbe di uno dei più bei dischi usciti negli ultimi 2-3 anni in ambito Progressive Metal. Ora gli Stolen Memories dovranno dimostrare di saper sfruttare quanto di buono hanno fatto intravedere nei solchi di The Strange Order per poter crescere e soprattutto per acquisire una propria personalità, altra carenza del gruppo, in parte giustificata dal fatto che si tratta solo del loro debutto.

Tutto sommato, una piacevole sorpresa.

Federico “Federico95” Reale

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Tracklist:

01 Faces of Madness
02 Days of Despair
03 The Gift
04 Painful Regrets
05 The Mortal God
06 Under the Rain
07 Order of Sin
08 My Last Resort

Line-up:

Majib Maftah – vocals
Baptiste Brun – guitars
Antoine Brun – drums
Mathieu Branchet – bass guitars
Alexis Armion – keyboards
 

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