Recensione: The Sum Of No Evil
A un solo anno di distanza dall’uscita sul mercato del full-length “Paradox Hotel”, seguito del tanto discusso “Adam & Eve”, il combo svedese capitanato da Roine Stolt dà alla luce “The Sum Of No Evil”, mostrando a tutti che la loro voglia di produrre buona musica è viva più che mai. Comprare un album dei The Flower Kings significa in un certo senso sapere già in anticipo cosa si ha tra le mani e, di conseguenza, aspettarsi che il lavoro che si possiede non si discosti significativamente dalle precedenti relases discografiche del gruppo; questo perché nel corso degli anni Stolt e compagni hanno definito quella che è la loro personalità compositiva, a cui probabilmente sono molto affezionati.
I gusti personali di chi li ascolta poi, sono un altro fattore determinante, al punto da dividere quasi in modo netto le opinioni di chi entra in contatto con la musica di questa band tra coloro che la apprezzano e coloro che la accusano di un’eccessiva ripetitività: non è raro infatti imbattersi in articoli che parlano di una produzione discografica poco prolifica e di una scarsa propensione al rinnovamento stilistico.
Personalmente credo che la chiave di lettura dei The Flower Kings non sta nella visibile evoluzione che ci si potrebbe aspettare dalla maggior parte delle band, dettata magari dalla necessità di uscire allo scoperto o conquistarsi una fetta di mercato. La chiave di lettura sta altrove: nel saper dare a ogni loro album un sapore diverso, sottile, amabile, da gustare con calma e pazienza esplorando i suoi lunghi brani, le sue suite corpose, dominate da ritmiche fortemente anni settanta, reinterpretate e riportate ai giorni nostri con un tocco di modernità.
Un aspetto importante che che caratterizza “The Sum Of No Evil” è quello tecnico, dominato dalle prestazioni magistrali di Hasse Fröberg e di Tomas Bodin, e arricchito dall’abilità di passare con una grande facilità da da patterns giocosi ad altri più duri e meditativi e che rappresentano, nel complesso, i momenti significativi di ogni brano. Non meno interessanti sono le parti soliste, sinuose e stilisticamente ricercate, mentre Roine Stolt ricama un songwriting che sembra voler superare i pregressi discografici, spesso maggiormente orientati verso la melodia, a favore di accattivanti suite dai ritmi più caldi e giocosi. In ultima analisi questo disco mostra maggiormente il lato artistico di una band che ostenta tecnica, cerca di portare all’estremo delle strutture apparentemente leggere, ma che risultano in realtà particolarmente dense all’ascolto.
“The Sum Of No Evil” è un’espressione dell’animo dei The Flower Kings. Ritroverete in esso tutto di loro, ma anche finezze tecniche rinnovate e una spiccata dinamicità emotiva che non si digerisce subito e che richiede attenti e ripetuti ascolti. Un disco non per tutti e che mi sento di consigliare a chi ha voglia di investire un po’ del suo tempo tempo ad assaporare con la dovuta calma un distinto progressive rock moderno, ben prodotto e di grande gusto compositivo.
Nicola “nik76” Furlan
Tracklist:
01 One More Time
02 Love Is The Only Answer
03 Trading My Soul
04 The Sum Of No Reason
05 Flight 999 Brimstone Air
06 Life In Motion
Lineup:
Marcus Liliequist: Drumkit
Jonas Reingold: Basses
Tomas Bodin: Grand Piano & Electric Keyboards
Hasse Fröberg: Vocals & guitars
Roine Stolt: Guitars, Vocals
Hasse Bruniusson: Acoustic & Electric percussion