Recensione: The Tempest [by William Shakespeare]

Di Stefano Ricetti - 8 Febbraio 2025 - 13:00
The Tempest [by William Shakespeare]
Band: Opera Nera
Etichetta: Autoprodotto
Genere: Vario 
Anno: 2025
Nazione:
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80

Dopo “Land of Salvation” del 2020 e “Revelation” del 2022, torna al proscenio il gruppo partenopeo Opera Nera con l’ennesimo concept album per l’occasione ispirato dall’opera lirica La Tempesta di William Shakespeare.

Marco Napolitano (chitarre), Alessandro Pacella (basso), Eduardo Spada (batteria), Tiziano Spigno (voci) hanno dedicato una decina di mesi allo studio e alla lettura approfondita del testo per poi tradurre il tutto dentro la composizione e agli arrangiamenti costituenti la colonna vertebrale del lavoro.

Inutile dire che il sound proposto è quanto di più vario si possa pensare in quanto a sfuriate hard and heavy, troviamo input nu-metal, folk and funky nonché una buona dose di hard sinfonico e progressivo.

In mirabile sequenza si succedono brevi strumentali quali l’iniziale “Hell is Empty” satura di heavy riff a là Zeppelin dai minacciosi influssi sabbathiani cui seguono la dolcissima “Come Unto These Yellow Sands” e l’altrettanto evocativa ma più drammatica “Fall Fathorn Five” con Tiziano (Extrema) al proscenio per un rendering che rende omaggio ai New Trolls più sinfonici.

Il breve heavy hard della possente “Beesech,You Sir,Be Merry” introduce la sofferta e ancor dolcissima “My Master Through His Art” impreziosita dal piano di Elisabetta Serio, subito spazzata via dal riffing hard and heavy impregnati di zolfo dell’epica e terremotante “This Island is mine”.

Lino Vairetti degli Osanna interpreta da par suo “Lu Capitano in Testa” che a mo’ di tammuriata rock, interpreta un testo del 600 tradotto in napoletano da Edoardo De Filippo.

“Ban Ban Ca Caliban” e “Flaut’em and Scout’em” sono stranianti funky rock inaciditi dal sax di Giulio Martino con Sergio Maglietta ed Elio Manzo dei Bisca alle vocal. L’eterea e nel prosieguo jazzy and rock “You Are Three Men Of Sin” con ancora il sax in splendida evidenza, precede l’hard rock vagamente epico di “Yo Elves Of Hills” a cui segue la sofferta ballad per il piano di Elisabetta Serio and vocal. 

L’incedere ossessivo della nu-metal “Reaper’s Dance”, appannaggio di Pierpaolo Polcari degli Almamegretta, precede la conclusiva “All The Devils Are Here”, breve opera sinfonica diretta da Elisabetta Serio e realizzata da Ernesto Nobili.

Resta da dire che la resa globale è ottima e la prestazione dei singoli musicisti oltremodo degna di nota.

La Tempesta, inoltre, si presenta in maniera sontuosa per quanto afferente il packaging: all’interno di una copertina e retrocopertina cartonata formato 13×18 cm trova alloggio un booklet di ventiquattro pagine con tutti i testi, dei bei disegni a tema e le foto di tutti quanti i musicisti coinvolti, il tutto stampato su materiale cartaceo d’eccellenza.

Roba da collezione.

 

Ulisse “UC” Carminati

 

www.operanera.com

 

 

 

 

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