Recensione: The Temple Of The Rain/The Wizard [7”]
Secondo estratto a 45 giri tratto dall’album Ten, dopo l’uscita di “Zora/Afterlife” dello scorso novembre, “The Temple Of The Rain” dei Death SS incarna quello che a parere dello scriba permane l’highlight assoluto del full length sopraccitato.
Il combo pesarese fiorentino ha fatto incetta di Osanna lungo gli ultimi mesi per quanto realizzato dentro le spire del loro decimo sigillo discografico. Un lavoro dalla connotazione cupa a 360°, nettamente in antitesi con la fuck you attitude ricompresa, nomen omen, nel precedente Rock’N’Roll Armageddon.
“The Temple Of The Rain”, il brano del lato A, così come esplicitato attraverso la recensione di Ten, costituisce la sublimazione fra l’amore che da sempre Sylvester professa per la scena Gothic Dark britannica degli anni Ottanta e la tipica urgenza Death SS. La perfetta penetrazione di The Syster Of Mercy e The Cult nell’immaginario e nel songwriting di Steve & Co. Poesia e rudezza fuse in un’unica espressione artistica. Affascinante pure il video dello stesso brano, atto a rendere giustizia a uno dei migliori pezzi concepiti dai Death SS nell’ultimo decennio.
Il Lato B ricomprende “The Wizard”, un pezzo inedito a firma Sylvester/Masini che non verrà pubblicato da nessuna altra parte. Trattasi di episodio nel solco di ‘Temple che proprio per questo motivo va a costituire un’accoppiata su vinile ottimamente riuscita. Uno Steve Sylvester recitativo in modalità new wave, quantomeno finché non “tira” va ad ammantare con allure anni Ottanta dalla pigmentazione nero pece i quasi sei minuti di durata della canzone. “The Wizard” vive di vita propria e non rientra per nulla negli stereotipi che vogliono la side B di un singolo vicina allo scarto, al ripiego, o quasi. Una piacevolissima sorpresa da parte dei Death SS più gotici per una traccia che poteva trovare spazio benissimissimissimo anche dentro Ten.
La copertina del 45 giri così come il retro del lavoro inquadra “The Queen Of Death SS” Dhalila, appassionata performer di lungo corso e sempre in prima linea quando c’è da metterci la faccia. E pure il resto, all’occorrenza…
Inutile sottolineare che uscite di questo tipo possano principalmente interessare i numerosi ultras dei Death SS ma, di questi tempi, con la risurrezione del vinile (sebbene un po’ troppo enfatizzata ma che sia benedetta, beninteso!) un pezzo del genere possa costituire un qualcosa che fra qualche anno potrebbe assurgere alle stimmate di interessante chicca, dal momento che la realizzazione prevede solo un quantitativo limitato di unità in vinile blu trasparente da parte di Lucifer Rising Records/Self Distribuzione.
Stefano “Steven Rich” Ricetti