Recensione: The Three Appearances [EP]

Di Daniele D'Adamo - 21 Agosto 2015 - 22:33
The Three Appearances [EP]
Band: Assumption
Etichetta:
Genere: Doom 
Anno: 2014
Nazione:
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74

I palermitani Assumption sono stati fondati, nel 2011, dal polistrumentista nonché vocalist Giorgio Trombino, e dal batterista David Lucido.

Per rimanere, da allora, un affiatato duo dedito al doom. Doom inequivocabilmente marchiato da sonorità death, soprattutto quando si alzano i ritmi e Trombino scivola in un ‘bellissimo’ growling sepolcrale.

“The Three Appearances”, un EP… lungo (quasi mezz’ora di durata) è il primo lavoro ufficiale dei Nostri – label Terror From Hell Records – , dopo l’immancabile esordio con il demo “Mosaic Of The Distant Dominion”, datato 2012.

A prescindere dal menzionato tocco death, gli Assumption si mantengono entro i canoni dell’ortodossia del genere amato. Anche se, per motivi legati alle tematiche affrontate – orrore cosmico, Grandi Antichi – , sono numerosi i rinvenimenti ambient. Ottimi per inspessire un sound di per sé già carnoso grazie alla profondità armonica della chitarra. Evidente cabina per teletrasportare l’ascoltatore nei meandri dello Spazio lontano, ritmando il viaggio con i lenti, ipnotici, allucinati riff della chitarra stessa.

Doom classico, insomma, arricchito di elementi moderni che non ne snaturano affatto i dettami stilistici. Brani come la lentissima title-track “The Three Appearances”, materializzano davvero un sofferente trascinarsi fra i mondi, grazie – anche – al drumming giustamente slow tempo in doppia cassa di Lucido.

Il viaggio prosegue deciso, poiché gli Assumption il loro stile se lo sono creato e quindi fissato nella formaldeide. Non solo, l’unico strappo cinetico di “Moribund State Shift”, con la paurosa accelerazione fornita dalla spinta dei blast-beats, aumenta il senso di dilatazione mentale che, poi, quando i BPM scendono a valori irrisori, pervade il pensiero dell’ascoltatore. Una decompressione neurale avvertibile con evidenza nell’infinito rallentamento di “The Non-Existing”. Una song trascendentale, che avvicina inesorabilmente l’anima al dolce e tranquillizzante oblio della morte. Panacea di tutti i mali.  

Parimenti efficaci nella loro visionarietà sia nella ‘versione up’ (“Moribund State Shift”), sia in quella ‘down’ (“The Non-Existing”), gli Assumption hanno raggiunto il livello di maturità tecnico/artistica per imbastire con successo il debut-album.

Si attendono notizie, quindi.

Daniele D’Adamo

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