Recensione: The Tide Turns
Fabio Ribeiro – Tastiere (Shaman)
Kiko Loureiro – Chitarre (Angra)
Eduardo Ardanuy – Chitarre (Dr. Sin)
Hugo Mariutti – Chitarre (Shaman)
Ze Renato – Chitarre (A Farsa)
Hugo Hori – Flauto e Sax (Karnak)
Ale Souza – Basso
Carlos Desenha Gonzales – Basso
Richard Furck – Basso
Eduardo Ribeiro – Batteria
La Lucretia Records conclude nel migliore dei modi il 2003 con l’ennesimo capolavoro progressivo dopo Emergent dei Gordian Knot. Non è semplice trovarsi due volte nello stesso anno di fronte ad una grandinata di minuti esclusivamente strumentali di questa portata, questa volta però è il turno della mente geniale di un tastierista d’eccezione come Fabio Ribeiro (Shaman). La struttura portante di questo album senza voce alcuna si trova tutta nella magnifica scelta dei suoni di tastiera, campionature sempre fresche e frizzanti che comunque non perdono mai in quanto ad originalità, anche se il songwriting costituisce il vero punto di forza in un disco che merita da capo a piedi il voto concesso (vi parlo di dodici tracce puramente strumentali!). Un attento ascolto mi riporta più di una volta alle grandi tastiere che hanno reso tanto sfiziosi i gruppi rock a cavallo fra gli anni ottanta e i novanta, tuttavia non posso celare l’estrema attualità del contenuto e della forma: strutture complicatissime che un istante dopo diventano deliziose nella loro melodia grazie anche ad una sezione ritmica pressoché jazz che rende lo spettacolo ancora più gratificante e piacevole all’udito. A dare corposità ai brani troviamo una chitarra ottima nell’accompagnamento dello strumento protagonista e per niente male nella parte solista, squisita nei duetti con la tastiera ed impressionante nelle cavalcate aggressive e nelle accelerazioni di batteria. Nessuna traccia merita meno del voto riferito all’intera release e le componenti descritte fino a questo momento basterebbero a spezzare il cuore di chiunque abbia un minimo di sensibilità musicale, tuttavia (come se non bastasse) qualcuno ha il coraggio di inserire un disarmante sassofono nelle linee di pianoforte del padrone di casa, nessuna pietà nei confronti del lettore! Lo strumento aderisce perfettamente e con stile eccellente alle mura di questo edificio e abbellisce un racconto romantico e pieno di enfasi, sublime negli accostamenti armonici ed infallibile nelle parti più aggressive.
La suite in ottava posizione mi permette di evitare qualsiasi tipo di citazione particolare all’interno della tracklist perchè nei suoi 15 minuti scarsi di durata riesce a sintetizzare interamente il disco. Non ho ancora fatto riferimento alle splendide stmosfere evocate nelle tracce ed in particolare nel cuore di questo brano, ma probabilmente avrete già intuito che un esperto in campo di sintetizzatori non dovrebbe trovare problemi nella resa di questa componente dopo un songwriting di questo livello. Una pugnalata in pieno petto sono i flauti di genuino stampo King Crimson che vengono aggiunti alla composizione propriamente orchestrale del disco, saliamo su una macchina del tempo che ci riporta agli anni settanta per essere svegliati bruscamente dalle distorsioni di chitarra, il mostro chiamato Blezqi Zatsaz si prepara alla conclusione del pezzo lievitando per esplodere nella conclusione controtempo di chitarra e batteria ricordando i Rush di Neil Pert e le tastiere di Europe e Van Halen. Insomma vi auguro di imbattervi in questo lavoro il più presto possibile o meglio vi invito ad andarlo a cercare con decisione perchè con il passare del tempo diventa sempre più difficile poter acquistare un lavoro strumentale instancabile e toccante come questo, un progetto dove tecnica e melodia si incastrano in modo eccitante forse a scapito di una miglior resa sonora. Da avere assolutamente, da custodire gelosamente.
Andrea’Onirica’Perdichizzi
TrackList:
01. L’Etre Et Le Neant
02. The Asphaeings Are Back!
03. Afterimage
04. Parallel Paradise
05. Thy Fake
06. The Well Tempered Drawbar
07. Ways Of Control
08. Azzivullas Suite
09. Lilith
10. Soul Mirror
11. The Gates Of Ixtlan
12. Once And Again