Recensione: The Tokyo Showdown
Anno 2001, e gli In Flames dopo il Clayman world tour 2000/01 danno alle stampe questo The Tokyo Showdown, il loro primo disco live, registrato interamente nelle 3 date giapponesi (Osaka, Nagoya, Tokyo) del novembre 2000. E il risultato, come tradizione vuole in terra giapponese, non poteva che essere ottimo.
Ma veniamo ad analizzare il disco in sé: le tracce provengono per la grande maggioranza dagli ultimi 3 grandi lavori degli Infiammati, vale a dire Whoracle, Colony e Clayman, e nel complesso vanno a creare un disco grezzo e granitico: le ritmiche sempre implacabili, veloci e precise, il singing di Fridén ad altissimo livello per tecnica e coinvolgimento, le chitarre di Stromblad e Gelotte che non perdono un colpo; tutto questo ci accompagna tra le 15 tracce che copongono il live. 15 tracce tiratissime, da headbang forsennato, che scorrono (senza tregua) nel lettore che è un piacere.
Come On!!e si parte con Bullet Ride, la track che apre Clayman, e subito si capisce l’aria che tira, melodia e growl si intrecciano in accelerate furiose, e senza pausa si passa a Embody The Invisible (Colony). Ancora ritmiche potenti e cambi di tempo davvero azzeccati, ma non si può tirare il fiato, one-two-three-four ed ecco che inizia Jotun, seguita a ruota da Food For The Gods, le 2 ottime tracce che aprono Whoracle. Ma il bello deve ancora venire, e dopo un breve saluto al pubblico si continua con la splendida Moonshield, unica pezzo tratto da The Jester Race, al solito coinvolgente e bellissima, anche se mancante della storica intro acustica.Qualche secondo per introdurre la song seguente, ed ecco Clayman, title-track dell’ultimo lavoro, a mio giudizio davvero potente, specie in sede live, con un grande crescendo. Ancora senza pausa viene introdotta Swim, secondo me la migliore di Clayman, traccia geniale e davvero ben eseguita. Pochi secondi, e “we like to take all of you Behind Space!!”, tiratissima e arrabbiatissima con sfoggio di gran tecnica, unica traccia di Lunar Strain, seguita da Only For The Weak (Colony), dove si rallenta un pò con un ottimo pezzo molto cadenzato nel suo incedere,”da stadio”.Qualche attimo per ringraziare il pubblico e si riparte con la melodia rabbiosa di Gyroscope, già presente in Black-Ash Inheritance e riproposto in Whoracle. Seguono Scorn, tecnica e veloce, e Ordinary Story (entambi da Colony), quest’ultimo un pezzo che amo particolarmente per la furiosa malinconia che suscita, ancor più in sede live con un sempre grandissimo Fridén, sicuramente tra le tracce migliori. Ancora quasi senza pausa, una costante di questo disco, inizia Pinball Map, altra grande canzone da Clayman, arricchita da synt e veramente trascinante, cui fa seguito l’ottima Colony. Ma ecco che il live si avvia alla sua conclusione, e quale fine migliore se non “we like to say goodbye with Episode 666!”, la furia al suo apice, davvero potentissima, un vero e proprio inno al quale il pubblico giapponese partecipa entusiasta.
Così si chiude questo live, come già detto a mio giudizio ottimo (anche se di certo qualche pezzo in più da The Jester Race e lunar Strain non guastava), dove tecnica potenza e melodia si uniscono in un tutt’uno granitico. Insomma un disco che mi sento di consigliare sia a coloro che per la prima volta si avvicinano agli In Flames, sia a chi già conosce le loro produzioni da studio e vuole provarene anche la resa in sede live. Di certo una cosa, headbang garantito!
Tracklist:
- Bullet Ride
- Embody The Invisible
- Jotun
- Food For The Gods
- Moonshield
- Clayman
- Swim
- Behind Space
- Only For The Weak
- Gyroscope
- Scorn
- Ordinary Story
- Pinball Map
- Colony
- Episode 666
