Recensione: The Torture Never Stops
Copertina a tema rigorosamente horror con tanto di zombie e scenario apocalittico per gli Zuul Fx, quartetto francese che propone un rabbioso death/thrash metal a forti tinte industrial e figlio di quei Fear Factory che diedero alle stampe il loro disco-capolavoro Demanufacture, ma anche di un suono più moderno come quello dei conterranei Gojira. Senza toccare le vette pressoché insormontabili della band guidata dal mastodontico Dino Cazares al top della forma, gli autori di The Torture Never Stops si stagliano comunque su buoni livelli per una performance di tutto rispetto.
Ritmi incalzanti, tantissima rabbia vomitata addosso all’ascoltatore ed un groove da capogiro sono gli ingredienti fondamentali della proposta della band francese, qui giunta al terzo disco in studio (in mezzo anche un live) per una carriera che li ha portati anche a suonare in diversi festival internazionali come il tedesco With Full Force ed a dividere il palco con band tipo Lamb Of God, Korn, Motorhead e mille altri.
The Torture Never Stops arriva a quattro anni di distanza dal suo predecessore Live Free Or Die e, pur presentando un sound decisamente derivativo, porta ad ottimi livelli la musica del quartetto, il quale pone il proprio sigillo ad un album che piacerà a quanti apprezzano sonorità dure e moderne al contempo. L’opener The Maze, ad esempio, è una mazzata sui denti in perfetto stile death metal, così come quasi tutti gli altri pezzi presentano porzioni decisamente tirate senza però cadere mai nell’esercizio di stile fine a sé stesso. Accanto agli episodi più rapidi si accostano anche alcuni brani più lenti e relativamente melodici come Man Of Silence, caratterizzato da un groove ben gestito da una formazione che non ha problemi a rallentare ed a suonare comunque pesante ed estrema.
Altra cosa che si può facilmente constatare durante l’ascolto dell’album è il gusto del chitarrista Karim Attoumane per gli assoli, quasi sempre inseriti in contesti più melodici e conditi con effetti come il whammy (particolare tipo di pedaliera che alza o abbassa a piacimento la frequenza delle note). Nonostante non ci siano sovra incisioni di chitarra durante le svisate soliste, la sezione ritmica fa il suo dovere per non far pesare la mancanza del riffing ritmico da parte della sei corde con risultati decisamente all’altezza.
Di contraltare a ciò va detto che ci sono anche brani che non lasciano ricordo di sé, come ad esempio Dancing Around Death o Living Creature, i quali si limitano a riproporre senza troppa fantasia i canoni dell’extreme metal moderno.
Facendo un bilancio conclusivo di questo ultimo parto a nome Zuul Fx si può constatare quanto questi quattro ragazzi d’oltralpe ci sappiano fare a livello di pesantezza sonora e groove sapendo anche inserire alcuni sprazzi di grande tecnica nelle loro canzoni. D’altro canto, però, si tratta di una proposta legata eccessivamente ad un genere musicale con rarissimi cambi di registro al proprio interno. Alcuni ritornelli melodici che però mai scadono nello stucchevole riescono a destare l’ascoltatore dall’assalto frontale altrimenti portato avanti dalla band, ma questo non riesce a far scrollare di dosso da The Torture Never Stops l’etichetta di lavoro derivativo. Bisognerebbe che questi ragazzi trovassero una strada meno battuta da percorrere in quanto le doti tecniche che mettono in mostra sono veramente notevoli.
Andrea Rodella
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Tracklist:
1 – I Want to Kill You Like They Do
2 – The Maze
3 – Beat the Crap Out…
4 – Dancing Around Death
5 – The Torture Never Stops
6 – Man of Silence
7 – Living Creature
8 – Devil Son Vs. Sexy Witch
9 – Bipolar Confusion
10 – The Song of the Dead
11 – Missa Pro Defunctis (Requiem)
Durata: 43:51 min.
Lineup:
Zuul – Vocals
Karim Attoumane – Guitar
Shag – Bass
Clément Rouxel – Drums