Recensione: The Toxic Touch
Qualcosa è cambiato in Olanda, perlomeno per i God Dethroned: ok, prima dell’uscita del disco ci hanno fatto una testa così ripetendoci
che i blast beats non facevano più per loro e che volevano dare più groove alla propria musica, tirando un po’ il fiato e modernizzando i propri pezzi: e bisogna dire che l’intenzione dichiarata è stata rispettata sino in fondo.
Ma non temano i fan della vecchia guardia, anche se la band non è più quella di un
Ravenous o di un Bloody Blasphemy i brani sanno farsi valere, anche grazie a inserti decisamente interessanti, come il riffing industrial
dell’opener Faithless o il chorus anthemico di 2014, due tra i migliori episodi del disco, posti entrambi in apertura.
L’impressione generale è quella di un gruppo che voglia rinfrescare il proprio
sound, divertirsi di più nel suonarlo live e sbattere in faccia all’ascoltatore
quello che oggi, nel 2006, lo fotografa esattamente. Ecco, forse non tutto è
venuto alla perfezione, però.
Difficile infatti non notare che qualche momento di stanca c’è, specie quando la band alza il tiro e non
si dimostra particolarmente ispirata (vedi la ripetitiva Falling Down, per citarne una): ma del resto
The Toxic Touch dà l’impressione di essere un album di transizione verso una nuova pelle, ancora non del tutto formatasi sul corpo della band, e gli episodi flosci sono bilanciati da uscite come la bella ed epica
On Wings Of Pestilence.
Speriamo che ora i God Dethroned riescano a ritrovare quell’identità che sembrano avere un po’ smarrito, pur sfornando un disco godibile, e tornino verso una compattezza nello stile che rappresenta un punto fondamentale per la loro carriera.
Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli
Tracklist:
1. Faithless 00:36
2. Hating Life 04:08
3. 2014 04:06
4. Falling Down 03:36
5. On Wings of Pestilence 05:01
6. The Day You Died 04:04
7. Away From Emptiness 03:05
8. Macabre World 04:04
9. Typhoid Mary 06:24
10. Fail to Exist 04:10