Recensione: The Truth Behind The Lies

Di Roberto Castellucci - 8 Novembre 2020 - 8:30

Per farsi un’idea dello stile musicale dei Solitary, thrashers inglesi attivi dal 1994, è sufficiente fare riferimento al titolo del loro disco live pubblicato nel 2014: ‘I Promise to Thrash Forever’. Più che ad un semplice titolo siamo davanti a una dichiarazione d’intenti, in grado di dimostrare ciò che i Solitary promettono di fare, per l’appunto, fin dai loro esordi: percuotere le nostre orecchie suonando un sano Thrash Metal senza fronzoli.

Nel primo full-length ‘Nothing Changes’, datato 1998, il combo inglese lascia spazio a influenze groove più o meno marcate. Già nel successivo ‘Requiem’, uscito nel 2008, si avverte una gradita intenzione di passare a sonorità tipiche della Bay Area che fu, ma è con l’album del 2017, ‘The Diseased Heart of Society’, che il ritorno ai fasti degli anni ‘80 viene ulteriormente confermato. Il desiderio di seguire le testimonianze musicali dei classici, aggiornandole alle sonorità del thrash revival a cui assistiamo da qualche anno, viene attestato dall’ultima fatica dei Solitary, ‘The Truth Behind The Lies’. In quest’album vengono seguite e consolidate le coordinate già impostate nel precedente ‘The Diseased Heart of Society’, dando corpo con furore d’altri tempi al concetto che sta alla base del disco: l’invito ad aprire gli occhi e a guardare in faccia la realtà in cui viviamo, per quanto ostile e problematica ci possa sembrare. La copertina del disco rende bene l’idea: l’artista ci mostra un occhio umano, mantenuto aperto da ganci in stile Arancia Meccanica, obbligato a guardare il mondo attraverso un oblò dal vetro frantumato e ricco di pericolosi spuntoni. I Solitary affrontano l’argomento proponendo ai loro ascoltatori 8 brani di Thrash Metal old-school corposo, ben suonato e forte di una produzione sonora convincente. Oltre al positivo impatto iniziale il disco ha il grande pregio di diventare sempre più robusto e impetuoso man mano che si procede nell’ascolto. In apertura veniamo assaliti dalla traccia spaccaossa ‘I Will Not Tolerate’, seguita dalla più rilassata ‘The Dark…The Resilient’, canzone in cui i Solitary indulgono maggiormente in suggestioni melodiche, sempre taglienti e in linea con l’incedere rabbioso che caratterizza il disco. Si prosegue con ‘Abominate’, altra batosta sonora impreziosita su YouTube da un lyric video che farà la gioia di tutti i lettori curiosi.

L’impressione generale è che i Solitary lavorino meglio quando spingono sull’acceleratore. La presenza di parti più cadenzate sembra essere stata limitata quel tanto che basta per garantire una sufficiente varietà all’insieme, come ci suggerisce la quarta traccia, ‘Homage to the Broken’. Il brano riporta nuovamente i BPM a livelli più ragionevoli, senza comunque perdere nulla in termini di energia e coinvolgimento, dando vita ad un vigoroso contrasto con la devastante, seconda metà dell’album. Gli ultimi brani della tracklist sono un poker d’assi di veemenza: la title-track è l’ultima a concludersi con una parte più moderata, mentre ‘Catharsis’, ‘DTR (Dishonour True Reality)’ e soprattutto ‘Spawn of Hate’ sembrano create per non lasciare tregua all’ascoltatore. Si arriva tutto d’un fiato alla fine di ‘The Truth Behind The Lies’, senza incontrare alcun filler maldestramente incastrato nei circa 37 minuti di durata. In questo breve intervallo di tempo i Solitary sganciano un’intensa serie di bordate thrash guardando con rispetto alla tradizione del Bay Area sound, sempre tenendo bene in mente l’esempio dei numi tutelari Testament. Oltretutto, leggendo il titolo del settimo brano, ‘DTR (Dishonour True Reality)’, è impossibile non cogliere un richiamo a ‘D.N.R. (Do Not Resuscitate)’, gloriosa introduzione al leggendario ‘The Gathering’, album dei Testament del 1999. L’ascolto di ‘The Truth Behind The Lies’ è infine completato gradevolmente dalla voce caustica e graffiante del cantante/chitarrista Richard Sherrington, spesso capace di evocare lo stile vocale del sempre ottimo Peter “Peavy” Wagner, leader dei tedeschi Rage.

I Solitary, avendo pubblicato i primi tre album completi nell’arco di una ventina d’anni, sono stati decisamente poco prolifici nella prima parte della loro carriera, vuoi per il periodo di crisi che ha colpito il Thrash Metal negli anni ’90, vuoi per i grossi cambi di formazione gestiti prima del secondo album ‘Requiem’. Fortunatamente, col passare del tempo, il riaffermarsi di sonorità Thrash più canoniche ha concesso a questa band una seconda occasione. Il quartetto di Preston sembra aver trovato una ricca vena d’ispirazione artistica, tanto da permettere di pubblicare un bel disco come ‘The Truth Behind The Lies’ a soli tre anni di distanza dal suo piacevole predecessore, ‘The Diseased Heart of Society’. Nella speranza di trovare sugli scaffali tra meno di tre anni un altro capitolo della loro storia, auguro ai Solitary tanta fortuna e il successo che meritano. A tutti noi invece, come sempre, auguro buon ascolto!

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