Recensione: The Ultimate Devotion

Di Gaetano Loffredo - 4 Ottobre 2007 - 0:00
The Ultimate Devotion
Band: Marc Rizzo
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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65

Quella in corso è una grande stagione per gli appassionati di shred, di solismo virtuoso e più genericamente di musica strumentale legata alla sei corde.
Su Truemetal abbiamo da poco scoperto l’astro nascente italiano Massimo Izzizzari e parlato del suo splendido Unstable Balance, abbiamo analizzato le proiezioni neoclassiche di Michael Harris contenute nel pirotecnico Orchestrate e ci siamo lasciati alle spalle il capolavoro di Kiko Loureiro (Angra), Universo Inverso, spettacolare retrospettiva jazz-fusion che, sebbene chiaramente al di fuori dai parametri imposti dalla nostra web-zine, rappresenta il culmine tecnico/compositivo di questo eccellente duemilasette.

Torniamo al presente e focalizziamo la nostra attenzione su The Ultimate Devotion, seconda esibizione solista di Marc Rizzo, membro fondatore de Ill Nino e attuale riffmaker nei Soulfy di Max Cavalera.
Rizzo ci aveva convinto con “Colossal Miopia” e ci riprova recitando la parte del guitar hero consumato a soli trent’anni, metodo forse irriverente, ma adatto alla situazione che in ogni caso non lo vuole immobile su un tappeto rosso ma operaio tuttofare. Un ragazzo che ci sa fare, e si sente.
Marc sa esprimersi compiutamente nei due stili prediletti: l’utilizzo della chitarra elettrica e l’impiego di una chitarra flamenca, mescolando delicati ritmi latini e la violenza del thrash metal in quello che può essere definito un incontro equilibrato.

Lo shredder del New Jersey non ci pensa due volte e cerca di ubriacare di note l’ascoltatore  sfoggiando una velocità e una precisione da lasciare attoniti seduta stante. Skankin’ To The Shred, è la prima di dieci dimostrazioni.
Il disco, appesantito da una lunghezza media per brano francamente esagerata (otto minuti o giù di lì), percorre un sentiero già battuto e si culla spesso e volentieri sulle note della chitarra acustica, in grado di concedere un sapore agrodolce e, perché no, una piccola dose di sensualità che non guasta mai. L’esempio è quello di Sinceramente e di Angelina’s Song, componimenti di una dolcezza “disarmante”.
The Riddle Of Steel, al contrario, è dura come l’acciaio ed è proprio l’alternanza degli stili il leitmotiv e la particolarità di The Ultimate Devotion.
Sorprende il finale di All For Nothing e di Lived And Learned, due siluri thrash core cantati a squarciagola dallo stesso Marc che permettono di spostare l’attenzione anche sulla performance dei suoi compagni d’avventura G. Money al basso e Kanky alla batteria.

Superficiale la produzione che non rende omaggio al campionario di suoni scelto da Rizzo e che sembra penalizzarlo, a meno che non si tratti di una mancanza tecnica ma dubito fortemente, al momento del tocco della corda nella plettrata alternata (shred elettrico) e durante il flatpicking con l’acustica. Peccato.
Sebbene si stia parlando di un disco che eccelle dal punto di vista tecnico, innebagile, The Ultimate Devotion non riesce a convincere a causa di un songwriting ancora immaturo, non è garantita longevità necessaria per un ascolto prolungato nel tempo. Consigliato, ma con qualche con riserva.

Gaetano Loffredo
 

Tracklist:
1.Skankin’ To The Shred
2.Sinceramente
3.Angelina’s Song
4.The Riddle Of Steel
5.Ascension
6.Mamasita
7.The Ulitmate Devotion
8.Trentinara
9.All For Nothing
10.Lived And Learned

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