Recensione: The Undislodgable Nugget Scenario

Di Michele Carli - 19 Gennaio 2010 - 0:00
The Undislodgable Nugget Scenario
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Anno: 2009
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80

Non ci sono solo canguri, in Australia. Non ci sono solo grandi gruppi hard rock, surfisti rosicchiati da squali, polvere. Non c’è solamente Mel Gibson intento a massacrare orde di guerrieri della strada con l’aiuto di una V8 Interceptor e di un fucile a canne mozze. C’è anche un nugolo di personaggi, più o meno malati, dedito alla produzione di buon vecchio grindcore. Alcuni di loro sono relativamente famosi, come ad esempio i Blood Duster o i Fuck… I’m Dead, mentre altri hanno dato vita a una scena underground abbastanza folta, esplosa principalmente negli ultimi anni: gruppi come Captain Cleanoff, The Day Everything Became Nothing, Roskopp e Super Fun Happy Slide  si meritano al cento per cento di essere citati, e specie questi ultimi, apparsi dal nulla, con il loro debutto hanno deciso di fiondarsi subito tra i must have del grind degli ultimi anni.

Perchè dico questo? Cosa hanno di così innovativo, questi Super Fun Happy Slide, a parte il nome geniale? Per la verità, assolutamente niente. Loro stessi si autodefiniscono come un misto tra i Napalm Death e i Napalm Death pesantemente influenzato dai Napalm Death, e non raccontano certamente il falso. Tutto il disco è un catalogo di riffs semplici e bastardi, di chiara scuola Bill Steer del periodo Scum, incatenati tra loro da un songwriting minimale con richiami al thrash metal e al d-beat. Un’attitudine prettamente old school, da fine anni ’80, richiamata anche dalla produzione assolutamente lo-fi e in linea con la politica del Do It Yourself di quel periodo. Poi c’è la velocità, e quando dico velocità intendo Velocità: la batteria di Brad è quasi sempre impostata sulla modalità “blasta tutto”, sebbene siano presenti momenti più groovy e altri dedicati al già citato d-beat, anche se in questo caso non si può parlare di un vero e proprio rallentamento. La voce di Nik è un’altra chicca: pitch shifter a volontà, alternato a un growl più naturale e a uno screaming ben fatto e mai forzato.
La demenzialità regna sovrana nei testi, nei titoli delle tracce e nella copertina. Non marcata quanto quella dei Birdflesh, ma comunque abbastanza da mettere in fuga l’illusione di trovarsi di fronte a musica per così dire impegnata.

Diciannove tracce di puro divertimento. Un ascolto obbligato per tutti i nostalgici dei tempi che furono e per i patiti del grindcore senza compromessi e sperimentazioni. Certo, i suoni grezzi possono essere un bel limite, ma detto tra noi, non prenderete mica questo disco sperando di trovare pizzi e merletti?

Michele “Panzerfaust” Carli

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Tracklist:

01 It’s a fast one
02 It’s not taboo if it happens to you
03 Thrashing out gash
04 Designer rock can suck my cock
05 Regurgitation of Giblet-like chunks of pathologically perverse gore
06 De-virginiser
07 Bohemian Sodomy
08 Hot dog down a hallway
09 Let’s thrash metal
10 Fuck…  I just copped a beer glass to the head!!
11 Gastrological Ventriliquist
12 Revenge of the Afterstench
13 Retreat to nowhere(Napalm Death)
14 I can´t believe  itś not carcass
15 Placenta on the dancefloor
16 Undislodgable Nugget Scenario
17 Napalm Shower
18 Superfunhappysong
19 The Day everything became something

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