Recensione: The Unholy Mother Of Fuck
Tra il Thrash e l’Hardcore possiamo collocare questo lavoro, dal provocatorio nome The Unholy Mother Of Fuck. L’ennesimo segno di come la Music For Nation accolga tra le file dei propri nomi i generi più disparati. Un’eterogeneità che presenta i suoi aspetti positivi, ma ovviamente anche quelli negativi: il risvolto negativo a mio parere sono gruppi come questo.
Come la maggior parte dei gruppi incentrati sull’Hardcore, anche i Revolver mirano a produrre violenza sonora con i soliti riff triti e ritriti e con un cantato aggressivo ma non troppo. Il risultato? Una noia mortale. Devo dire che l’iniziale “Broken Glass” aveva saputo accattivarmi per il suo impatto molto forte: peccato che nelle rimanenti 11 tracce non ci sia più niente non dico innovativo, ma semplicemente un po’ diverso, che almeno rimanga in testa.
Non riesco proprio a capire la pretesa di costruire Cd basati sul minimalismo e senza un briciolo di feeling o di personalità. Per tanto così chiunque con un minimo di padronanza degli strumenti può a tavolino costruire un album; e questa è l’impressione che mi è rimasta dopo alcuni ascolti. Nell’unico tentativo in cui cercano di dare un’impronta leggermente diversa alla propria musica, ossia “1987”, il risultato finale è una traccia pacchiana che ulteriormente dimostra la pochezza di idee del combo.
Se vi piacciono i prodotti basati su due idee ripetute all’infinito nel nome della purezza del suono accomodatevi pure. Io non ho mai condannato il minimalismo in sè, purchè venga inserito in un contesto decente (per fare un esempio, i lavori di Arckanum). Quando la musica diventa una somma algebrica di riff, mi spiace ma io preferisco girare alla larga.
Matteo Bovio
Tracklist
01. Broken Glass
02. Junior
03. What’s My Name
04. Freakshow
05. J-Day
06. Instant Idiots
07. Sucks To Be You
08. Harness Dead Horses
09. Coffeine Pill
10. Vitamine P
11. Weaseisong
12. 1987