Recensione: The Unspoken King
Il problema di una recensione controversa è il dover denunciare una caduta di tono assoluta, una mancanza di qualità volontaria o meno da parte di un gruppo famoso, uno di quelli che hanno contribuito a creare un genere, sapendo che il pubblico ha deciso a priori come dev’essere giudicato il disco in questione: in questo caso, sarebbe obbligatorio per il recensore seguire la corrente, semplicemente perché i fatti danno ragione all’opinione comune e l’album merita evidentemente di essere stroncato. Peccato che, nonostante quello che si legge ormai ovunque, questo non sia il caso di The Unspoken King, ritorno dei Cryptopsy e probabile nuovo inizio per la band canadese.
Fermo restando che il gruppo di Montreal cambia componenti con la stessa frequenza della biancheria intima (o almeno glielo auguro), e che nel 2008 stiamo parlando di una band che possiede un solo membro fondatore (la piovra della batteria Flo Mounier) e due “solidi” (il bassista Éric Langlois e il chitarrista Alex Auburn), dobbiamo renderci conto che l’aria fresca entrata nel gruppo nel corso degli ultimi due anni, dopo la dipartita (si fa per dire) dell’ormai stanco Lord Worm, è tanta e ha rivoluzionato non poco il DNA del gruppo. In primis, il punto della discordia: il nuovo cantante Matt McGachy, dei concittadini 3 Mile Scream, proviene dall’ambiente “metalcore”, qualsiasi cosa definisca questo termine. Orrore, per i vecchi fan, ed è tutto sommato comprensibile.
Peccato che, come solo pochi a livello di stampa e web hanno fatto notare, il ragazzetto in questione abbia le capacità che al gruppo servivano, con una versatilità che alla band mancava da secoli, alla faccia di Lord Worm stesso (unico limite dell’ottimo Once Was Not) e del monocorde Mike DiSalvo. Qual è il problema allora? È presto detto: una volta ascoltate con interesse (ma già un inizio di preoccupazione) le prime due tracce dell’album, la brevissima e feroce Worship Your Demons e la quasi catchy The Headsmen, con la terza Bemoan The Martyr si passa alla pietra dello scandalo, con clean vocals abbastanza tamarre accompagnate da stoppate di chitarra decisamente tamarre. Sì, i Cryptopsy di oggi immettono anche questo nella loro musica, e lo fanno comunque ottimamente, scrivendo canzoni di ottimo livello, anche se il target si è inevitabilmente spostato.
Difficile infatti che i brutallari a tutti i costi riescano a digerire il ritornellino melodico di Leach e il suo “One-Two-Three-Four” iniziale, e si capisce benissimo: non è per questo che i Cryptopsy hanno lavorato in anni e anni. Ma soffermiamoci a giudicare l’effettiva qualità dei pezzi, la capacità di coinvolgere, entrare nelle ossa e non stancare dopo qualche ascolto, e ci renderemo conto che The Unspoken King solletica in maniera intelligente e matura sia la parte iperbrutale dell’estremista sonoro (Mounier spara alcune ripartenze tra le più veloci della sua carriera), sia quella più aperta alle influenze “giovanili”, ai Metallica, agli Iron, al melodeath svedese, persino al rock a volte.
Se la cosa poi vi disgusta anche solo a leggerla, non avete bisogno di questa rece: il vostro giudizio è chiaro nella vostra mente forse anche prima di un ascolto approfondito. Ma se la curiosità è il motivo che vi spinge a scoprire giorno per giorno nuove idee e spunti nel metal estremo, forse il settore più vitale e creativo della musica “alternativa” (termine osceno) di oggi, The Unspoken King è pane per i vostri denti: anche se dopo dieci ascolti non avrete ancora capito se i breakdown di The Headsmen, i continui cambi di vocals lungo la tracklist, le tastiere soffuse sulle parti cadenzate di The Plague, le aperture melodiche quasi svedesi di Resurgence Of An Empire siano qualcosa di accettabile per il vostro gusto. Non è forse questo a rendere importante un album?
Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli
Tracklist:
1. Worship Your Demons 02:12
2. The Headsmen 05:14
3. Silence the Tyrants 04:09
4. Bemoan the Martyr 04:10
5. Leach 04:48
6. The Plagued 04:09
7. Resurgence of an Empire 04:40
8. Anoint the Dead 03:19
9. Contemplate Regicide 05:29
10. Bound Dead 06:26
11. (Exit) the Few 02:31