Recensione: The Vale of Shadows
Se da bambini non si va a letto finito Carosello, ma dopo aver ascoltato ‘Reign in Blood’ o ‘Pleasures of The Flesh’ può succedere questo: ‘The Vale of Shadows’, quarto album degli statunitensi Hatriot, disponibile dal 22 luglio 2022 via Massacre Records.
Non perdiamo tempo a dire di chi sono figli Cody e Nick Souza, rispettivamente bassista/cantante e batterista della band, tanto è cosa risaputa (e, se c’è qualche dubbio, basta ascoltare la voce di Cody), confermiamo solo la veridicità del detto “da un pero non nasce un melo”.
Già gli album precedenti non sono proprio una raccolta di favole, in particolare il penultimo, ‘From Days Unto Darkness’, può dirsi una delle migliori uscite del 2019, ma con ‘The Vale of Shadows’ questi quattro irruenti ragazzi hanno deciso di esagerare e di fare più feriti possibili, dando maggiore esaltazione al loro lato “oscuro” … pardon, “estremo”.
Per cui, non rinunciano assolutamente ad evidenziare le loro influenze Thrash Vecchia Scuola, marcatamente Slayer ed ancora più marcatamente Exodus, però le tingono maggiormente di nero, dando più importanza alla loro vena Death Metal e le intensificano con parti Hardcore e Metalcore energiche ma non scontate (tipo i refrain iper melodici, per intenderci).
Suona tutto intenso e corposo, massicciamente denso.
Il risultato è un turbine disorientante di cruda violenza ed inquietante aggressività, uno sfogo di rabbia e di odio che esce dai solchi con forza esplosiva e letale, ulteriormente rafforzato dalla causticità della voce di Cody, molto simile a quella di papà ‘Zetro’, ma anche con i propri tratti, soprattutto quando entra in modalità ‘scream’, e dal cantato growl che vi si contrappone.
Il principio cardine è tessere trame sonore impenetrabili con pochissime vie di fuga. Queste, come i preziosissimi assoli sparsi un po’ per tutto il lavoro, il refrain orecchiabile di ‘Horns & Halos’, il profondo arpeggio di ‘Clemency Denied’ e l’atmosfera che si diffonde con ‘Murderous Tranquility’, fanno da antidoto al veleno iniettato da brani come ‘The Hate Inside’, dall’incedere continuamente cangiante e massiccio, ‘Forceful Balance’, ricca di blast beat e con un refrain macabramente rassegnato, ‘Verminous and Vile’, fulminante, demoniaca e folle od ‘Only Read Remains’, marziale e strafottente allo stesso tempo.
‘The Vale of Shadows’ è un cocktail mortale, molto agitato e poi anche mescolato, formato da due parti di furia ed una di melodia, che dà vita ad un Thrash Metal moderno e granitico, che qua e là ha anche qualche sbavatura, ma che non è mai noioso o scontato.
Gli Hatriot si stanno mostrando sempre più sicuri e decisi, alla stessa stregua di chi ha imboccato una strada forse impervia, ma è determinato a percorrerla fino in fondo. Attendiamo gli sviluppi intanto che ci facciamo sfracellare le orecchie da questo ‘The Vale of Shadows’.