Recensione: The Virus Conspires
Bisogna dire che gli inglesi Shrapnel hanno ben iniziato questo 2014. L’esordio discografico sotto Candlelight Records, “The Virus Conspires”, è quanto di meglio il thrashcore possa desiderare da una band europea anche perché, musica alla mano, non si tratta di ordinario thrashcore ascoltabile ad ogni angolo del globo.
La band, proveniente da Norwich, ha in passato dato i natali a due EP, uno prodotto da una piccola etichetta e uno autoprodotto. Nulla sappiamo di questi due mini dischi, ma è possibile ipotizzare che siano stati i classici ‘banchi di prova’ vincenti. Tra partecipazioni a festival e brani selezionati per compilation, i Nostri finiscono sotto Candlelight Records che, raramente, fa fiasco in fatto di scelta di gruppi di qualità. Abilità che ci sentiamo di confermare per l’ennesima volta.
Gli Shrapnel suonano bene. Approcciamo ad un songwriting che richiede non poche abilità agli strumenti. Si tratta infatti, come già accennato, di un thrashcore violento e tirato che, non di rado, propone qualche finezza. Parliamo di comparti ritmici ed arrangiamenti articolati che riportano alla memoria i ricercati stilemi tipici del technical-thrash di inizio anni Novanta. Nulla a che vedere con band leggendarie quali Voivod, Toxic o Annihilator. Il sound qui proposto è più in linea con il classico thrash metal e tende maggiormanete a raccogliere quanto di fondamentale propongono al momento i nuovi precursori del genere stesso quali, ad esempio, After Oblivion, Revocation piuttosto che gli italianissimi Ultra-Violence. Il tutto poggia quindi su un aspetto compotitivo irrefrenabile, ma equilibrato, che riesce a far esprimere il quintetto con coerenza e con una certa personalità senza che venga meno il loro stile così tarantolato ed eccitato. Senza contare che si coglie quanto Jae Hadley e compagni siano propensi ad accellerare e a non disdegnare quel briciolo di melodia che rende catchy i pezzi!
Bene anche le sezioni soliste che non attendono rallentamenti di sorta per potersi esprimere, garantendo quindi la tenuta dinamica del brano. Punto debole la voce che risulta poco incline all’espressività sebbene la causiticità che la qualifica risulta ad altra gradazione alcolica.
La produzione non piazza di certo il disco sul podio degli album meglio prodotti. Sopratutto a livello di batteria, casse, pelli e piatti sono privi di spessore e sembrano registrati non senza ‘ritocco’; forse per mascherare una mediocre performance da parte di Chris Williams? Speriamo di sbagliarci. Lo sapremo solo vedendoli dal vivo.
Considerazioni di contorno a parte, possiamo considerare “The Virus Conspires” come una delle prime e degne di nota release thrashcore di questo inizio 2014. Considerato poi che è solo l’esordio, i presupporti per un futuro di notevole rispetto ci sono tutti.
Nicola Furlan
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