Recensione: The Visitation
Il tempo sembra essersi fermato per i Magnum.
Dobbiamo ripeterlo – e per noi è un piacere – sistematicamente ad ogni nuova release di una delle più importanti melodic rock band inglesi.
Per quasi quarant’anni i nostri hanno guidato il genere con la continuità dei propri standard qualitativi e la riconoscibilità di un sound caratteristico, tale da far gridare il nome della band già dai primissimi secondi di ascolto di questo “The Visitation”, quasi si partecipasse ad un telequiz.
Più rivolto verso l’heavy rock di “Brand New Morning” e di alcuni episodi di “Princess Alice And The Broken Arrow” – ci riferiamo a brani come “When We Were Younger” – piuttosto che al melodic rock evocativo del precedente “Into The Valley Of The Moon King“, il songwriting del nuovo arrivato in casa Magnum abbandona in parte gli echi epico-fantasy per appesantirsi nel riffing e nelle accordature, seppure ampi spazi vengono riservati alle tradizionali aperture melodiche della produzione di Tony Clarkin & Co.
I cambi d’atmosfera lasciano il passo ai cambi di ritmo, dunque, per un album che nel complesso è più diretto, più facilmente assimilabile, più adatto, in definitiva, ad un pubblico ormai – ahinoi – abituato all’ “usa e getta”, grazie al dinamismo infuso in brani non lunghissimi come in passato, e sicuramente più easy.
La versione promozionale in nostro possesso non ci fornisce spunti per analizzare riscontri tra musica e parole, essendo sprovvista di liriche, ma il cover artwork, ancora una volta ad opera di Rodney Matthews, viene in nostro aiuto a suggerire come ai temi fiabeschi siano stati qui preferiti quelli intimisti e nostalgici, così come era avvenuto per “Brand New Morning“, anche se la copertina sembra quasi più adatta a rappresentare a guisa di singolo il brano “Door To Nowhere“, in riferimento ai “bei tempi andati”.
“Mother Nature’s Final Dance” è una chiara accusa all’indole distruttiva dell’uomo nei confronti del pianeta che lo ospita, impegno che i nostri avevano già profuso in passato, e che ha non pochi punti in comune con la fantastica “Need A Lot Of Love“, in Vigilante (1986). Coscienza sociale anche nella rockeggiante “Freedom Day“, mentre sono i sentimenti a fare da padroni nella anthemica “Wild Angels“, coro da mille e una notte e un Bob Catley in forma smagliante.
Pezzi da novanta sono indubbiamente la titletrack e “Black Skies“, perfette summae della “sapienza” Magnum, perfettamente congegnate per amalgamare l’arena rock all’epicità, l’AOR alla potenza.
“The Visitation” è disponibile in ben quattro formati “fisici”, oltre che all’ormai irrinunciabile digitale:standard version; DigiPak edizione limitata con un DVD bonus; Doppio LP; Doppio LP, CD e DVD. Davvero per tutti i gusti, le esigenze e i portafogli!
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Tracklist:
- Black Skies
- Doors To Nowhere
- The Visitation
- Wild Angels
- Spin Like A Wheel
- The Last Frontier
- Freedom Day
- Mother Nature’s Final Dance
- Midnight Kings
- Tonight’s The Night