Recensione: The W8 Of The Future

Di Stefano Ricetti - 16 Marzo 2022 - 0:05
The W8 Of The Future
Etichetta: Wanikiya Record
Genere: Heavy  Speed 
Anno: 2022
Nazione:
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72

La storia degli Anguish Force parte da lontano, precisamente dal 1988, quando un giovane Luigi “LGD” Guarino (qui sua intervista), personaggio 100% heavy metal, decide di mettere in piedi una band in grado di replicare a proprio modo le influenze assorbite negli anni da parte di AC/DC, Iron Maiden, Yngwie Malmsteen, Metallica, Helloween, Slayer, Annihilator e compagnia fracassante.

Da allora di acqua sotto l’Adige ne è passata parecchia e il combo di Atzwang aka Campodazzo (BZ) ha sfornato ben otto full length, una manciata di Ep e a oggi, Anno Domini 2022, non ha la minima intenzione di mollare di nemmeno un millimetro.

L’occasione per tornare a parlare della band facente capo a LGD e Luck Az viene fornita dal loro nuovo lavoro in studio, intitolato The W8 Of The Future, un Cd realizzato sotto l’egida della Wanikiya Record contenente undici brani per cinquantaquattro minuti di musica e accompagnato da un libretto di quattro pagine con una bella foto della band a cura di Deborah Passaby nelle due centrali.

Essendomi perso Chapter 7 del 2018, mi imbatto nel nuovo cantante Desmo solamente ora. Agli Anguish Force, negli anni, avevo sempre rimproverato una lacuna proprio dietro al microfono, per quanto riguardava le fasi in studio. Diverso il discorso alive, ove gli altoatesini hanno sempre fatto la loro porca figura sopperendo ad eventuali mancanze con tonnellate di sudore e attitudine. Beninteso: suonare speed metal a certi livelli (come fanno gli Anguish) vuol dire confrontarsi indirettamente con i campioni mondiali del genere, volenti o nolenti, ed è inevitabile, poi, da parte dei fan, effettuare dei confronti.

Sin dalla prima traccia, “Birth Of A New Star”, una sorta di pezzo à la Tierra Santa anguishizzato (quando ancora i Tierra Santa facevano i Tierra Santa, sia chiaro!) si nota una maggiore cura generale nel costrutto e una ricerca melodica di spessore. Desmo non è John Cryiis e la sua forza è quella di non cercare di arrivare dove non può. Semplicemente interpreta al meglio se stesso e mette il proprio impegno al servizio della band.

LGD, Luck Az, Tumbler, Pemmel e Desmo si confermano velocisti di natura, nel solco della loro tradizione: “Pay For The Mistakes Of Others”, l’ottima “The Weight Of The Future”, fortemente debitrice degli Helloween e “The End Of An Old Star” sono lì a ricordarcelo semmai ve ne fosse bisogno. Grandi chitarrone su “Stay Away From The Black Hole”, brano che avrebbe potuto spiccare il volo se solo i cori fossero stati maggiormente curati, peccato. Da registrare qualche ingenuità anche su “Saturn Rings”. Notevole “Titanium Meteorite“, un classicissimo pezzo Anguish Force che sorprende per l’arrapante parte effettata nella seconda metà del brano.

Paradossalmente, ma sino a un certo punto, la band sfodera l’highlight del disco con “Kingdom Of The Hidden Planet”, un mid tempo à la Manowar davvero accattivante con un refrain che si stampa in testa e non ne esce più. Desmo, con la sua interpretazione elegiaca (in senso positivo, of course!), fornisce la miglior prestazione del lotto.

The W8 Of The Future segna un decisivo passo avanti nella carriera degli Anguish Force, band che nonostante gli anni di milizia possiede ancora ampi margini di miglioramento.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

 

 

 

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