Recensione: The Warrior
Un sorriso acido mi si distende in faccia perchè la Mejestic Records ha ristampato un vero e proprio classico della NWOBHM, ossia la discografia dei Chariot un nome fondamentale di un periodo importante della storia del metal. Il primo disco della band “The warrior” è finalmente disponibile in una lussuosa ristampa in digitale che consentirà a tutti gli amanti della scena britannica di mettere le mani su questo sospirato platter.
I Chariot sono esattamente inquadrabili nel sound della NWOBHM, la band propone sonorità completamente in linea con i canoni di quel periodo. Le canzoni di “The warrior” sono composizioni dinamiche e graffianti, pezzi semplici ma irresistibili giocati su strutture ispirate che non possono deludere gli amanti del metal classico alla lettura. La band era autrice di un sano heavy metal frontale dal forte appeal live, i Chariot non erano delle cime di tecnica e precisione stilistica ma senza dubbio il loro modo di concepire la musica metal si dimostra ancora oggi tagliente ed efficace. Le linee vocali di Pete Franklin sono ruvide e spregiudicate, certamente i più giovani di voi rimarranno scandalizzati dalla forza grezza dei vocalist della New Wave ma credo che questi signori del passato potrebbero insegnare ancora oggi tantissimo a molti vocalist contemporanei. La produzione del disco è semplicemente travolgente, la ristampa vanta un suono energico e una qualità nettamente superiore al vinile. Senza dubbio la band britannica si dimostrò molto preparata e matura sebbene non sia mai riuscita rompere il muro dell’underground e spiccare il volo al pari di tanti altri nomi blasonati negli anni della New Wave. Il motivo è semplice, i Chariot avevano un contratto con la Shades Records, in realtà la Shades Records non era altro se non un negozio di dischi inglese, abbastanza affermato per la verità, ma non certo in grado di offrire il giusto supporto alle sue band. E’ doveroso per me che scrivo, e che vi rifilo sempre dei “pistolotti” noiosissimi sulle vicende del metal, fare presente che i Chariot dopo la NWOBHM cambiarono nome e diversi memebri della line-up diventando i Dirty Deeds, un nome che gli amanti del metal classico conoscono bene.
Il disco esplode immediatamente, pezzi travolgenti come “Love or leave me” e “”Take your hands off me” ci catapultano in un sound irresistibile fatto di chitarre veloci, strofe incalzanti e ritornelli coinvolgenti. La band mostra immediatamente di avere le carte in regola per meritare il massimo intetresse anche ai giorni nostri. La New Wave è percepibile nettamente ascoltando le note di brani vincenti del calibro di “Run with the pack” e “Warriors” entrambe ispirate e dirette. I Chariot non amavano strutture complesse (in quegli anni non esisteva nemmeno l’esgenza di scriverle) e badavano semplicemente al metal suonato con passione e attitudine. Su questa falsa riga proseguono “When the moon shines” e “Power games” entrambe efficaci fin dal primo ascolto e irresistibili in un eventuale contesto live. Lo slow “Horizons” viene polverizzato dall’energia inarrestabile delle chitarre di “Evil eye” che mosatrano contaminazioni blues stile Samson e le solite ottime parti vocali. Con “Vigilante” il disco si conclude nella migliore delle maniere continuando l’opera sonora delle tracce precedenti.
Ragazzi, se amate il metal classico e siete alla ricerca di vecchie chicche da riscoprire e venerare, credo proprio che i Chariot facciano per voi. E credo anche che con questa recensione a qualcuno andrà di traverso la cena, ma io sto qui proprio per questo e mi piace essere sottovalutato. Vi segnalo tra le ristampe della Majestic Records il lavoro dei Tytan “Rough justice” recensito dal nostro ottimo Filippo Benedetto leggetevi anche questa recensione se amate la NWOBHM https://www.truemetal.it/reviews.php?op=albumreview&id=2480
1. Love or Leave Me 03:17
2. Take Your Hands Off Me 03:11
3. Don’t Forget 04:52
4. Run With the Pack 03:08
5. Warriors 04:08
6. When the Moon Shines 03:27
7. Power Games 03:14
8. Horizons 04:47
9. Evil Eye 03:07
10. Vigilante 03:54