Recensione: The Wars Of Gods And Men

Di Eugenio Giordano - 19 Giugno 2004 - 0:00
The Wars Of Gods And Men
Band: Warrior
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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68

Da non confondere con l’omonima band inglese attiva durante gli anni della NWOBHM i Warrior in questione sono originari degli Stati Uniti e furono autori negli anni ottanta di un classico dello US metal intitolato “Fighting for the earth”, per poi scomparire fino ai tardi anni novanta.

Nei Warrior ha militato un mito del metal come Rob Rock e credo questo sia il principale vanto della band statunitense, dalla reunion del 1998 i Warrior hanno intrapreso un processo evolutivo costante che li ha decisamente portati lontani rispetto al sound dell’esordio negli anni ottanta. Parliamoci chiaro, la band autrice di “Fighting for the earth” non ha più quasi nulla a che spartire con l’attuale sound dei Warrior e personalmente ho trovato i recenti dischi della band piuttosto sopravvalutati, specie da chi ha il suo baldanzoso da fare nello sterile tentativo di spacciare come classici album poco più che interessanti. Comunque sia siamo arrivati al quarto disco sulla lunga distanza per i nostri americani, questo “The wars of gods and men” vede in Marc Storace dei Krokus il principale protagonista artistico dei rinnovati Warrior e senza ombra di dubbio l’ugola tagliente di questo veterano del metal è una valida garanzia di qualità per tutti gli amanti del sound classico. I Warrior del 2004 hanno nuovamente messo in discussione il loro stile sonoro spostandosi verso lidi oscuri e opprimenti senza però perdere la matrice classica del loro background. Il risultato è un disco potentissimo, il migliore della loro carriera, un lavoro corposo, consistente e dinamico che colpirà nel segno fin dal primo passaggio. Non siamo di fronte a un disco facile da assimilare per i meno esperti, direi che i Warrior hanno cercato di fondere anime differenti del metal americano rielaborando i canoni dei Riot, dei Black Sabbath e unendoli con le influenze ritmimche degli Helstar più oscuri. Questo strano mosaico musicale si dimostra molto più credibile di quanto possa sembrare azzardato come descritto tra queste righe, ve lo assicuro.

Si incomincia alla grande con la title track, il pezzo migliore del disco. La band americana è subito protagonista di una prestazione arcigna, fluida, e avvolgente. Lo spettro oscuro delle chitarre ritmiche si confonde con le parti vocali al vetriolo dell’inconfondibile Storace. Il groove quadrato di “Do it now” esplode in un refrain vocale molto efficace, senza dubbio il pezzo possiede un appeal live travolgente e vi colpirà dal primo ascolto. Si torna su canoni marcatamente classici e oscuri con “Never live your life again” dove la band si cimenta con strofe poderose e ottimi spunti ritmici dal sapore piacevolmente retrò. Emergono echi dei britannici Witchfynde nella successiva “Salvation” che possiede un’appeal atipico e intelligente. Ancora grandi riff quadrati e tonnellate di metallo oscuro con la splendida “Three am eternal” un brano spregiudicato e dedicato agli amanti del metal invecchiato a dovere. L’intro quasi space-rock di “Mars” viene frantumato da un ritornallo metallico indimenticabile e vagamente minore nel suo scorrere fluido. Il metal inarrestabile delle successive “Unseen forces”, “Hypocrite” e “Naked aggression” viene giocato su ritmiche poderose e parti vocali taglienti come rasoi, i ritornelli semplici ma ispirati fanno il resto. La conclusiva “Love above all” è una canzone spregiudicata dove i Warrior suonano semplicemente heavy metal, come giusto che sia.

Se siete della vecchia guardia direi che l’acquisto è doveroso, però non aspettatevi il solito suono a cui i Warrior ci avevano abituati dopo la riunion perchè qui la band americana dimostra di aver messo in gioco nuove carte, una scelta coraggiosa che credo darà i suoi frutti.

1. The Wars of Gods and Men 04:54 
2. Do It Now 03:14 
3. Never Live Your Life Again 03:50 
4. Salvation 04:00 
5. 3 AM Eternal 03:27 
6. Mars 04:02 
7. Unseen Forces 03:54 
8. Hypocrite 03:59 
9. Naked Aggression 04:41 
10. Love Above All 04:30

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