Recensione: The Weight Of Oceans

Di Pasquale Carotenuto - 21 Ottobre 2012 - 0:00
The Weight Of Oceans
Band: In Mourning
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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75

‘Desolazione’: probabilmente il termine più indicato a definire “The Weight Of Oceans” degli In Mourning.

Questo è quanto il terzo lavoro dalla band svedese lascia trasparire: un senso di desolazione frammisto a disperazione e solitudine. Ma attenzione a non farsi ingannare, in quanto la musica proposta dal gruppo di Falun è tutt’altro che morbida o lagnosa. Ci troviamo di fronte ad un concentrato di death metal ‘doomeggiante’ con continui risvolti psichedelici; il tutto bagnato da una forte matrice ‘nordica’ (sono anche loro vichinghi, no?). Siamo ben distanti dal death metal vecchio stampo, ma quanto proposto dagli In Mourning merita sicuramente di essere considerato come qualcosa di originale. Parliamoci chiaramente: questo “The Weight Of Oceans” non fa sicuramente parte di quegli album che faranno storia, ma ha i suoi pregi.

Tanto per cominciare, la band si stacca sì dal death metal tradizionale (pur essendone ovviamente influenzata) ma, allo stesso tempo, riesce a non cadere in quel vortice di omogeneità che contraddistingue (ahimè) il metal moderno. Se sono evidenti le attitudini *-core (che, comunque, rappresentano una minima componente) il sound dell’ensemble si presenta pesante, glaciale. Se vogliamo poderoso e comunque preciso. Interessante notare come il cantato, basato essenzialmente su un growl freddo e cavernoso, (alla Johan Hegg degli Amon Amarth, per intenderci) non risparmi linee vocali più ‘screameggianti’, passando addirittura per le clean vocals! Le chitarre risultano essere anch’esse fredde e potenti, precise, in grado di creare svariati riff dagli effetti allucinogeni e soli che, senza strafare, riescono a trovare il loro adeguato posto nel resto delle composizioni. La batteria fa il suo sporco lavoro, senza spingersi in virtuosismi iper-tecnici, ma rimanendo comunque in grado di fornire una più che decente base ritmica alla musica, facendo il giusto al momento giusto. Per quanto riguarda le parti di basso, purtroppo queste sono davvero minimamente apprezzabili, sovrastate dalla complessiva profondità del suono.

Sicuramente da celebrare l’opening track “Colossus”, probabilmente la traccia più riuscita di tutto il disco, con un intro che mette i brividi e che infonde sensazione di solitudine, di desolazione. In questo brano troviamo psichedelia, pesantezza delle ritmiche, precisione, ritmi spezzati, refrain che spaccano con il resto del pezzo senza risultare, tuttavia, fuori luogo. Certo sono da citare anche brani come “A Vow To Conquer The Ocean”, “Convergence”, “Isle Of Solace” (brani in cui gli svedesi dimostrano di saper utilizzare, oltre a tempi lenti e mid-tempo che dominano il CD, anche ritmiche più veloci) e la conclusiva “Voyage Of A Wavering Mind”, pezzo in cui ci si abbandona a ritmi ultra-doom e fangosi. Gli scandinavi provano a cimentarsi anche in una ballad, o quello che potrebbe sembrare tale, “Celestial Tear”: in realtà, un brano lento strumentalmente accettabile ma accompagnato da una linea vocale che, pur non essendo sgradevole, può risultare monotona e scarna (ovviamente de gustibus non disputandum est!).

Sicuramente stiamo parlando di un lavoro da non ascoltare sotto la doccia. La durata piuttosto lunga delle composizioni, l’articolazione dei brani e la stessa atmosfera psichedelica che pervade l’album richiedono più di qualche ascolto approfondito per apprezzare quanto di buono proposto dagli In Mourning. Certo, ci sono passaggi in cui l’ascoltatore potrebbe perdere il filo conduttore, e di certo il numero di riff che restano in mente di primo acchito non corrisponde alla mole di giri presenti in tutto il disco… ma queste pecche non possono certo rendere insufficiente la valutazione complessiva di questo lavoro, anche se, arrivati alla terza fatica, ci si poteva aspettare qualcosa di più, dai cinque di Falun.

Come sopra citato, non siamo di fronte a una pietra miliare del metal, ma sono sicuro che gli amanti del doom, del death, del psichedelico in generale (e perché no, anche dello stoner) potranno apprezzare le gelide e desolate atmosfere proposte di “The Weight Of Oceans”.

Pasquale Carotenuto

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Tracce:
1. Colossus 9:34
2. A Vow To Conquer The Ocean 7:25       
3. From A Tidal Sleep 6:53
4. Celestial Tear 7:45
5. Convergence 8:36
6. Sirens 1:32
7. Isle Of Solace 4:54
8. The Drowning Sun 8:41
9. Voyage Of A Wavering Mind 5:50

Durata 61 min.

Formazione:
Tobias Netzell – Voce/Chitarra
Björn Pettersson – Chitarra/Voce
Tim Nedergård – Chitarra
Pierre Stam – Basso
Christian Netzell – Batteria
 

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