Recensione: The white noise within
Il thrash ha subito notevoli cambiamenti negli ultimi anni perdendo quasi del tutto, nella maggior parte dei casi, le caratteristiche che l’hanno reso famoso. I nostrani Chaoswave sono una dimostrazione di tutto questo; il loro nuovo full-lenght intitolato “The white noise within”, prodotto dalla DVS Records e distribuito dalla Frontiers, è un ibrido che unisce suoni squisitamente thrash ad una voce femminile e a sonorità tipicamente nu.
Il mix prodotto dalla band prende subito piede fin dalla prima traccia “The 3rd moment of madness” che, grazie a cori polifonici ben strutturati e a suoni di chitarra molto vicini al progressive, si allontana dal thrash metal comunemente concepito senza però perdere in potenza ed incisività; molto bello risulta essere il fraseggio tra le due chitarre che hanno un sound decisamente diverso fra di loro riuscendo a creare un atmosfera di voluto contrasto davvero interessante.
Con “Indifferent” ci riportiamo verso canoni più squisitamente thrash con alcuni momenti che ricordano i Sanctuary di “Into the mirror black” per poi trasportarci verso sonarità più vicine al nu metal meno estremo e contaminato.
Le cavalcate di doppia cassa e i riff al fulmicotone sono invece il punto di forza di “Hate create”, brano che riesce ad esprimere un’incredibile potenza senza mai ricorrere ad estremismi o a suoni troppo caotici; in questo caso però è il vocalist a non convincere del tutto: la sua linea vocale è sì ben strutturata ma non ha tiro e risulta essere troppo moscia ed in evidente contrasto con il resto degli strumenti.
“Mirror” e “See nothing hear nothing say nothing” fanno sbucare la vena melodica dei Chaoswave grazie ad una voce calda ed estremamente tranquilla che fa sentire a disagio l’ascoltatore in attesa di una vera e propria esplosione di potenza che distrugge le orecchie a suon di cambi di tempo progressive uniti ad alcuni sporadici momenti quasi industrial grazie ad un tocco sapiente di tastiera che riesce a completare l’ambientazione surreale creata dagli altri strumenti.
Unico vero passo falso del cd è “The end of me”; sia chiaro, il brano non è per nulla brutto e alcuni suoni sperimentali sono davvero efficaci per creare un atmosfera quasi claustrofobica; il problema che non centra nulla con il resto del lavoro dal momento che potrebbe essere classificato tranquillamente come dark rock.
Con “The wasteland of days” e “Paint the poet dead” si ritorna a quel suono ibrido che può essere definito “né carne né pesce” ma che riesce a convincere nella maggioranza dei riff e delle linee vocali; la melodia creata da quest’ultime viene infatti disintegrata da un sound che ricorda molto il thrash europeo della fine degli anni ’90.
Questo “The white noise within” è quindi una discreta prova da parte dei Choaswave che, grazie ad alcune idee innovative riescono a tenere viva l’attenzione dell’ascoltatore per tutta la durata del cd.
Ci troviamo davanti ad un lavoro di difficile assimilabilità a causa dei suoni complessi e credo non piacerà gran che ai “defender” del thrash; dopo un attento ascolto però si riesce ad entrare nella concezione musicale della band che riesce a convincere anche se non ad esaltare del tutto.
TRACKLIST
1. The 3rd moment of madness
2. Indifferent
3. Mirror
4. Hate create
5. The end of me
6. The wasteland of days
7. Paint the poet dead
8. Swept away
9. See nothing, hear nothing, say nothing