Recensione: The wild, the willing and the innocent
“The wild the willin & the innocent” è il secondo album degli UFO dopo l’era Schenker, la cui “pesante” eredità fu raccolta da un altro valido (ma meno famoso) chitarrista di nome Paul Chapman (il quale aveva già dato un ottima prova di se sul precedente “No place to run” del 1980). In un intervista di qualche anno fa rilasciata da Phil Mogg, si legge come la casa discografica, la “Chrisalys” dette carta bianca al gruppo nella composizione di questo album. Infatti pur rimanendo in ambito tipicamente Hard rock, gli UFO sembrano avere voglia di sperimentare nuove soluzioni melodiche che vanno ad arricchire le già più che soddisfacenti composizioni. Uno dei problemi che caratterizzava però l’uscita di “The wild…” era per questo come per il prededente “No place to run” ed per il successivo “Mechanix”, la perdita di popolarità dovuta come già detto alla fuoriuscita di Michael Schenker, il quale si portò via anche una buona fetta di pubblico che per la maggior parte rimase indifferente all’uscita di questi album. Dal punto di vista qualitativo c’è da dire che soprattutto “The wild..” è un ottimo album, sicuramente all’altezza delle migliori produzioni degli anni ’70, e Paul Chapman avrebbe meritato senza dubbio maggiore considerazione, anche perché i riffs, i giri armonici e le melodie qui presenti sono tutte di ottima fattura.
La prima traccia:” Chains chains” è un hard rock d’assalto con un forte impatto iniziale seguito da repentini rallentamenti a più riprese interrotti da rocciosi riffs, anche la voce di Mogg sembra molto ispirata e la riprova di questo è “Long gone”, molto incisiva in particolare nello splendido ritornello, un’altra canzone molto potente quindi che stupisce tutti con un finale dominato da un’orchestra d’archi!, (riprendendo il discorso delle variazioni delle soluzioni melodiche che dicevo prima). La titletrack è un mid-tempo trascinante, con il basso di Way in evidenza ed un refrain che non vi lascerà in pace neanche dopo un solo ascolto. La magia continua con “It’s killing” me, anche questa segue lo stile della precedente, ma in questo caso se fosse stata un po’ più corta non avrebbe guastato. La seconda parte del disco si apre con “Makin’moves” classicissima UFO songs che sembra essere uscita da albums come “Lights out” o “Force it”, ma è “lonely heart” forse il pezzo migliore di “the wild..” in questo caso è presente uno splendido assolo di sassofono nel finale a dominare la scena, ma tutta la canzone è ricca di melodie azzeccate. Melodie ottimamente interpretate in strofa e ritornello da Mogg anche su “Couldn’t get it right” che si apre con un tempo ritmato, pregevole poi il guitarwork di Chapman che ci mostra tutto il suo feeling con la sei corde. In conclusione posso aggiungere che “The wild, the willing and the innocent” è un signor album, uscito in un momento poco felice per la band, che oltre alla perdita di Schenker, vedeva l’astro nascente dei nuovi gruppi heavy metal come Iron Maiden, Def Leppard etc.. sostituendo gli UFO in termini di popolarità. Un lavoro però che avrebbe meritato ben più considerazione, ed indipendentemente dal suo successo o meno sul mercato, senza dubbio rimane una di quelle “chicche” musicali molto piacevoli da riscoprire.