Recensione: The Wisdom Machine
Sempre più spesso l’aggettivo “moderno”, relazionato alla musica metal, viene usato a sproposito da band e case discografiche, credendo che qualsiasi cosa che non rientri nei fissi canoni del genere risulti come “mai sentito” alle orecchie degli ascoltatori. Una maggiore accortezza sarebbe ovviamente auspicabile, specialmente in casi come i greci Need, in cui di moderno non c’è quasi nulla.
Una band che si diverte a mescolare più di una semplice influenza del thrash ormai datato di Pantera e Machine Head, con una spolverata sommaria di prog alla Dream Theater, heavy e ricche dosi di hard rock/stoner, avrebbe fatto meglio a soprassedere sul capitolo “modernità”. Partendo da una base così variegata, i Need hanno però a disposizione un ampio ventaglio di soluzioni da miscelare in questo debut album, The Wisdom Machine, almeno per rendere le dieci tracce del disco variegate e facilmente assimilabili. E almeno su questo punto i greci non falliscono, modulando con un certa cognizione di causa il proprio sound, forti anche di una padronanza strumentale più che dignitosa, mostrando un po’ il fianco in fase di songwriting.
E’ il caso lampante della title-track The Wisdom Machine, quasi undici minuti in cui i Need vi inseriscono di tutto e di più (fra cui anche una bella parentesi funky) senza riuscire a legare il tutto con un filo conduttore, dando al brano un andamento altalenante e spezzettato, come se fosse nato solamente da un semplice processo di collage di frangenti piacevoli (se presi singolarmente) che perdono vigore inseriti nel contesto del pezzo. Evidentemente un passo più lungo della gamba per i Need, che regalano comunque una manciata di brani godibili, anche se forse un po’ troppo leziosi e scontati. Sto parlando della prima parte del disco, Torn, The White Tunnel, Twinsoul hanno l’appeal giusto, a cui seguono le seguenti Sea Of Lost Faces, e Denmad, che pescano a piene mani da un certo hard rock americano “moderno” alla Stone Sour (con una prova vocale del singer Jon S.V. molto lontana dal celeberrimo Corey Taylor). Via via la tensione dei brani cala alla distanza, relegando i momenti più melodici nella seconda parte del lavoro, con il risultato di allungare eccessivamente un disco che aveva gia espresso il meglio di sé.
Sicuramente il buon Dimebag si rivolterebbe nella tomba ascoltando i suoi riff suonati in maniera così molle e senza grinta, pecca non da poco che accompagna i Need in tutta la tracklist. Se vi aggiungiamo una prova vocale ampiamente migliorabile, possiamo arrivare alla conclusione: The Wisdom Machine è un album che in mani sapienti avrebbe avuto certamente miglior fortuna, con molti elementi ancora acerbi, ma confortanti per il futuro dei Need, dal momento che si è ascoltato molto peggio da parte di formazioni ben più blasonate.
Stefano Risso
Tracklist:
- Torn
- The White Tunnel
- Twinsoul (mp3)
- Sea Of Lost Faces
- Denmad
- The Wisdom Machine
- 7th
- Lost
- Stroll Of Choice
- Sutanatus
