Recensione: The World
Eccoci vis a vis con un disco fondamentale del Symphonic Prog Rock. L’opera è stata rilasciata nel 1991, caratteristica del genere che qualcuno chiamò New Prog è, in termini qualitativi, il degno braccio destro del capolavoro “The Masquerade Overture” che uscirà 5 anni dopo. Forte della ben che consolidata e ricercata line-up che annovera alle tastiere un certo Clive Nolan in forza anche in bands del calibro di Arena e Shadowland, la band capitanata dall’indiscusso leader Nick Barrett costruisce una musicalità brillante e di luccicante impatto. Il materiale nato è vivo nella più pura accezione del termine. Il songwriting si presenza spontaneamente elaborato sebbene le espressività tecniche abbiamo una notevole rilevanza. Batteria e tastiere rendono le atmosfere frizzanti e spesso sembrano quasi giocare tra loro, librati come in delicati giochi aerei di farfalle.
Le analogie costruttive dei brani sono le più svariate; possiamo trovarci di fronte vario materiale come ad esempio lo stesso Barrett disse della opener track: “con Back in the Spotlight abbiamo preso qualcosa dalle ritmiche di chitarra degli U2”; al di là dal riportare varie ed interessanti affermazioni, dall’ascolto l’album coglie comunque tanto dal materiale parallelamente proposto qualche anno prima da gruppi come Marillion e Genesis. Quello che però rende davvero unico questo sound è l’amore con cui Barrett ed i suoi riescono ad esprimersi. The Vojager apre sulle note di una chitarra acustica per poi sbocciare pian piano dalle secche atmosfere iniziali in tiepidi, leggeri e scorrevoli venti armonici che accompagnano quiete e pace. La ridondante Shane di classica espressività Pinkfloydiana con un assolo intenso anticipa l’intramontabile ed eterna Prayer che si presenta invece sensibile e timida, pronta ad essere amata a braccia aperte tuffandosi dall’iniziale intro di classic piano fino al rapporto profondo della parte centrale in cui Barrett è tutto quello che un ascoltatore può desiderare: espressività, melodia e metafisica musicale. Queen of Hearts oscilla a sinusoide il solito ben riuscito connubio chitarra/piano. La chiusura è demandata ad And We’ll Go Hunting Deer che ostenta fin dalle prime battute linee compositive più Prog delle precedenti. La song segue strutture più ricercate, ritmiche di più elevata velocità di esecuzione rubando un po’ dal sinfonico e metabolizzandolo in rock. Risultato riuscito pure questo a corretta chiusura dell’album.
Per spendere due parole a conclusione credo che possiamo considerare The World uno dei platter significativamente più riusciti della band sotto molti punti di vista: tecnici, di songwriting ed espressivi. Ogni musicista è messo in risalto nella giusta dose senza eccedere in qualche direzione preferenziale. Un album a sé, armonioso, positivo e spontaneo. Un Symphonic Prog maturo e ricercato, una pietra preziosa della storia di questa sognante formazione.
– nik76 –
Tracklist:
01- Back in the Spotlight
02- The Voyager
03- Shane
04- Prayer
05- Queen of Hearts
06- And We’ll Go Hunting Deer