Recensione: The World Enslaved
Torna Matt Hanchuck con i suoi Wreck-Defy. Il nuovo album si chiama ‘The World Enslaved’, disponibile dal 1 dicembre 2021 via SubLevel Records, per il formato digitale e tramite Doc Gator Records per il vinile ed il CD.
Utilizzando un termine largamente in voga in questo periodo, la variante principale consiste in un nuovo cantante: Aaron Randall viene sostituito dallo statunitense Greg Wagner, già negli H.A.T.E., nei Prophecy e nei Wags Metal Inc. (e con un passato molto ricco di altre collaborazioni).
Per il resto, ad affiancare il talentuoso chitarrista canadese, troviamo sempre l’Ex Testament Greg Christian al basso e Alex Marquez (Demolition Hammer, Malevolent Creation) alla batteria.
‘The World Enslaved’ segue le orme del precedente ‘Power Than Be’ uscito l’anno scorso: cambia, per forza di cose, la voce, un po’ meno graffiante ma … alla faccia della versatilità, della potenza e dell’emotività … Greg Wagner può competere con i cantanti più grandi!
Questo consente ai Wreck-Defy di suonare sempre il loro robusto ed irruento Thrash Metal ma di spaziare maggiormente, ampliando le trame epiche e classiche. Non è che la band si stia ammorbidendo, ‘The World Enslaved’ non fa prigionieri ed in più di un pezzo si sente l’influenza della capacità ritmica degli Slayer, solo punta a completarsi, a migliorare e ad aumentare il proprio carattere distintivo.
Diciamo che ci riesce, ci sono dei brani molto efficaci e convincenti, che dimostrano tutta la maturità del gruppo, come la feroce ‘Bring It All Down’, che da fuoco alle polveri, ‘Obey’, che parte drammatica e poi esplode in un torrente di note, ‘I’d Share Your Grave’, epica ed evocativa con un interludio mozzafiato (direi la migliore del lotto), ‘Moment of Clarity’, veloce e senza sosta, un vero assalto all’arma bianca e la conclusiva ‘Kill The Pain’, che sfonda ogni muro con il suo incedere inarrestabile.
L’altra metà delle tracce si ascolta comunque bene, con solo qualche difficoltà nel capire pezzi come lo sfuriatone ‘Death By War’ e la confusionaria ‘Form of Release’.
‘The World Enslaved’, per quanto sia diretto, mai prolisso e assolutamente privo di momenti statici o di contaminazioni fuori luogo, non è di facile assimilazione. La musicalità è tanta, con una sezione ritmica che è un martello perforante, una chitarra che viaggia a mille all’ora ed un sacco di overdubbing. A volte diventa anche esagerato, come durante alcune fasi di giocoleria cordofona attraverso le quali si esprime ogni tanto Matt Hanchuck, che, al pari di un altro chitarrista suo compaesano, ci tiene a farci sapere quanto è bravo (il volume degli assoli è registrato parecchio alto, tra le altre cose).
Bisogna mettersi d’impegno, considerando anche la sua durata, che supera l’ora, con tracce che arrivano a durare ben più di sette minuti e, comunque, mai meno di cinque.
Però ne vale la pena. ‘The World Enslaved’ è un ottimo lavoro che mostra una band che ha un preciso obiettivo: distinguersi ed uscire dalla massa.
Non ci resta che attendere gli sviluppi, già sapendo che non ci deluderanno. Molto bravi!