Recensione: Theater of Despair
A poco più di due anni dal debutto, avvenuto nel 2016 con l’album ‘Conflict’, tornano sul mercato discografico gli Spagnoli Violblast, questa volta con ‘Theater of Despair’, nuovo full-length uscito l’11 gennaio 2019 attraverso la label Hostile Media.
Con il nuovo lavoro la squadra, che non è mutata rispetto agli esordi, ha dimostrato di essere ben affiatata, rimanendo sulla scia dello stile di ‘Conflict’ proponendo un Thrash sempre altamente ‘Slayer style’, ma articolando meglio il songwriting, dando maggiore evidenza ai cambi tempo velocità – cadenza.
Tutto l’album si mantiene su tonalità grevi che impongono un senso di malvagia oscurità e che fanno percepire un maligno odore di zolfo; questo anche grazie all’uso di sinistre tastiere in sottofondo, di più voci che accompagnano il cantato principale o di parti narrate con tono accusatorio.
Per il resto i Violblast non cercano minimante di discostarsi da ciò che sono: una band che non inventa nulla di nuovo, non prova a sperimentare ma sa molto bene come fare a suonare del sano Thrash, così come è stato inventato e come ancora piace.
In ‘Theater of Despair’ troviamo ritmiche serrate, una batteria dirompente, un basso impulsivo, sfuriate ed aggressività a non finire, gran compattezza dei suoni e molta dinamica chitarristica, con assoli nervosi e frenetici ma con dentro anche un po’ di melodia.
La velocità domina un po’ meno rispetto al lavoro passato perché affiancata più intensamente da energetiche sezioni cadenzate (ad esempio nell’iniziale ‘Trivialization of Murder’, nella title-track ‘Theater of Despair’ od in ‘Secret Reality’), oppure viene meno del tutto, come in ‘New Orphans Elegy’ o ‘The Shadow No Longer Rests’, suonate interamente sul metro del potente tempo medio.
In tutto il lavoro, che supera di quasi un quarto d’ora il precedente album, indice di maggiore ricerca compositiva, si sente l’impegno a realizzare qualcosa di più evoluto, risultato che il combo ha raggiunto se si escludono un paio di imperfezioni: ‘Martyrs Without a Cause’ e ‘Prevail’, tracce che, pur non essendo dei disastri, lasciano un po’ il tempo che trovano, evidenziando che il combo ha comunque bisogno di maturare ancora, situazione più che legittima visto che, in fondo, è solo al secondo lavoro e che sono finiti i tempi di ‘Ride the Lightning’, ‘Spreading the Disease’ o ‘Hell Awaits’.
Il miglioramento comunque c’è stato ed anche notevole. Attendiamo gli sviluppi che hanno tutta l’aspettativa di essere positivi; nel frattempo, teniamo questo ‘Theater of Despair’ in grande considerazione. L’anno 2019, per i thrasher, non è affatto iniziato male.