Recensione: Theatre Of The Damned [Reissue 2021]
C’era una volta in Gran Bretagna la New Wave of British Heavy Metal, con i propri fuoriclasse (Def Leppard, Saxon, Iron Maiden), i buoni giocatori (Diamond Head, Tygers of Pan Tang, Wrathchild, Girlschool), le eterne promesse poi rimaste tali (Mythra, Holocaust), i faticatori di centrocampo (Jaguar, Raven, Praying Mantis, Samson, Cloven Hoof), alcuni oscuri protagonisti ai quali mancava la continuità (Witchfynde, Angel Witch, The Handsome Beast), gli incompresi (Venom, Satanic Rites) e una pletora di praticanti, spesso d’eccezione, come nel caso dei Blitzkrieg, gente che sarebbe stata titolare in qualsiasi altra nazionale heavy metal al di fuori del Regno Unito.
I Nostri nascono in quel di Leicester nell’ottobre del 1980, la pubblicazione del primo demo frutta loro il contratto con l’etichetta Neat Records, che mette di lì a poco sul mercato il singolo Blitzkrieg/Buried Alive. Nel 1981 la band si dissolve e alcuni membri entrano a far parte dei Satan, altro act interessante della NWOBHM. Nel 1985, a sorpresa, esce sul mercato il primo full length, dal titolo di A Time of Changes, divenuto famoso per aver fortemente influenzato gli allora ancora in erba Metallica, tanto che la cover del brano “Blitzkrieg” viene pubblicata all’interno dell’Ep Creeping Death.
Gli anni passano e i Nostri pubblicano album con una discreta continuità, tornando a far seriamente parlare di sé nel 2005, in occasione dell’uscita di Sins and Greed, all’interno del quale compare l’ottimo brano “Hell Express”, una sana cascata di metallo sferragliante concepito su due binari impazziti. I Blitzkrieg tornano a respirare l’aria fina che dimora sotto le luci della ribalta tanto che suonano per penultimi – prima dei Raven dei due Gallagher – alla prima edizione del Play it Loud Festival della primavera 2007 a Orzinuovi (BS), tra gli osanna degli astanti, dopo aver messo a ferro e fuoco l’Europa insieme a Doro Pesch e Saxon qualche mese prima. Nel 2013 esce Back From Hell e il loro ultimo vagito ufficiale su full length risponde al nome di Judge Not!, del 2018.
Tornando a metà anni duemila, forti di una nuova iniezione di entusiasmo i Nostri ingaggiano un signore del rumore come Biff Byford e lo piazzano alla co-produzione di questo Theatre of the Damned, targato originariamente 2007 e ristampato in versione remaster dalla Mighty Music quest’anno. Chi si aspetta cambiamenti sul tema rimarrà deluso perché la band di Brian Ross concentra in dieci brani (più due bonus), una colata di british steel d’altri tempi che farà la gioia di tutti i nostalgici degli anni Ottanta. Canzoni che fanno gridare al miracolo non ve ne sono: la coerenza musicale è la reale peculiarità di Theatre of the Damned. Fra un pezzo solido e un mid tempo massiccio (ottima la produzione della batteria) emergono agli onori della cronaca l’evocativa “Theatre of the Damned”, l’epica “Spirit of the Legend”, la catartica “Into the Light” (la traccia migliore di tutto l’album) e la granitica “Together We Are Strong”, dal riffing NWOBHM “da paura” e dal bridge irresistibile. Si chiude il sipario (è proprio il caso di dirlo, in questo caso, vista la copertina dell’album) con le nuove versioni dei classici “Armageddon” e “Blitzkrieg”, uscite originariamente su A Time Of Changes del 1985.
Su tutte le tracce la benedizione di Brian Ross, un personaggio che fa parte della storia dell’HM e che, oltre a essere l’unico membro originario rimasto della primissima formazione dei Blitzkrieg, ancora oggi dispensa brividi a non finire, grazie alla propria voce, epica, unica e riconoscibile dopo un paio di secondi. Il Cd griffato Mighty Music si accompagna a un libretto di dodici pagine con tutti i testi e una foto della band in posa nelle due centrali.
Stefano “Steven Rich” Ricetti