Recensione: Theatrical madness

Di Claudio Casero - 5 Agosto 2005 - 0:00
Theatrical madness
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Anno: 2005
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70

Secondo lavoro per gli Evil Masquarade, gruppo composto dall’ex Royal Hunt Henrik Brockmann (voce), dall’ex Zool Henrik Flyman (chitarra e voce), Kasher Gram (basso) e dall’ex Simphonia Dennis Buhl (batteria). Alla registrazione del cd hanno partecipato anche numerosi special guest come Andrè Andersen (Royal Hunt), Richard Andresson (Time Requiem, Space Odyssey) e Mikkel Jensen tutti alle tastiere; questo ha aumentato notevolmente il valore musicale (o di fama) del platter rendendo il power metal sinfonico suonato dalla band ancora più incisivo e convincente.

Gli Evil Masquerade, con questo “Theatrical madness”, non si discostano molto dal loro primo lavoro pur avendo migliorato i brani sia in fase di concepimento che in quella esecutiva.
La teatralità del combo è al centro dell’attenzione per tutta la durata del lavoro con un susseguirsi di momenti squisitamente sinfonici e cori pomposi come nel caso di “Now when the stars are fading”, brano caratterizzato anche da un ottimo assolo di chitarra che esula dalla noiosità che spesso caratterizza i solos di questo genere musicale.
All’interno del cd troviamo però anche momenti in cui la potenza e la complessità regnano sovrane come nel caso dell’opener “When Satan calls” e della titletrack “Theatrical Madness”, due brani in cui cavalcate di doppia cassa si alternano a momenti più melodici in cui la voce di Brockmann riesce a dare il meglio accompagnata da un tappeto di tastiere mai eccessivo e ben amalgamato con il resto degli strumenti.
“The demolition army” è la canzone che rispecchia maggiormente i canoni del power metal senza però disdegnare puntate nel progressive meno complesso con cambi di tempo repentini che lasciano però notevole spazio alla melodia e a riff di chitarra granitici che conferiscono notevole potenza al brano. Presenti anche numerosi virtuosismi di chitarra e tastiera che sanciscono l’abilità indubbia della band dal punto di vista tecnico.
Discorso differente va fatto invece per “Witches chant”, brano il cui testo è preso dalla prima scena del quarto atto del Macbeth di William Shakespeare e messo in musica da Henrik Flyman. Questa canzone sembra essere una narrazione in tutto e per tutto accompagnata da un ritmo ripetitivo e martellante alternato a parti senza dubbio emozionanti caratterizzate da cori polifonici magistralmente eseguiti.
Notevole bellezza e una certa originalità viene apportata alla presenza di parti di musica classica che si incastonano come preziose gemme in un contesto metal senza mai incappare in banalità o sbavature di sorta.

Questo “Theatrical madness” è quindi un ottimo lavoro dal punto di vista compositivo, e la presenza di grandi nomi non fa altro che aumentare il prestigio di un cd già valido di per se. È un platter che sarà sicuramente gradito dagli amanti dei virtuosismi e delle tastiere visto il loro massiccio utilizzo per tutta la durata dell’album. Ottima anche la registrazione e il mixaggio effettuato da Tommy Hansen, garanzia di qualità visto che ha già curato lavori di gruppi noti come TNT, Helloween e Pretty Maids. Unico difetto di questo cd è il suo essere settoriale e quindi lo consiglio solamente agli amanti del power sinfonico dal momento che agli altri potrebbe risultare noioso e ripetitivo.

TRACKLIST:
1) When Satan calls
2) Theatrical madness
3) Bozo the clown
4) Now when our stars are fading
5) A great day to die
6) The demolition army
7) Snow white
8) Witches chant
9) Other ways to Babylon
10) The park play
11) Outro

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