Recensione: Theory Of Endless Sacrifice [EP]

Di Daniele D'Adamo - 31 Maggio 2010 - 0:00
Theory Of Endless Sacrifice [EP]
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Anno: 2010
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74

A volte basta pochissimo per capire chi ci stia davanti. Un’occhiata, una stretta di mano, una battuta. Nel caso in esame, una canzone. E, in particolare, “Who Is The Victim Now?”, opener dell’EP “Theory Of Endless Sacrifice” dei Bad More Ending; mini-album registrato, missato e masterizzato presso i Fear Studio di Ravenna.

La canzone è una vera mazzata sui denti: sprizza potenza dai tutti i pori, sostenuta da un guitarwork devastante che riesce a costruire un riff portante insistito e ficcante da trascinare con sé ogni cosa. Contribuiscono a varare questa corazzata in rapido movimento le linee vocali, cattive e aggressive, nonché la sezione ritmica, rocciosa come le Alpi ma dinamica e varia. Il suono è difatti pieno, denso, dall’andamento ipercinetico. La produzione (ottima) riesce a formare un muro di suono senza crepe o cedimenti; muro di suono di facile lettura in quanto ciascuno strumento è individuabile e percepibile nella mescola di metallo a milleduecento gradi centigradi che il combo ravennate riesce a fondere per poi restituire perfettamente forgiato senza sbavature. Se la band, nella biografia, fa risalire le proprie origini a dieci anni fa, quando lo stile primigenio era un crossover, rielaborato in chiave metal, del sound degli act preferiti dai membri; ora ci troviamo davanti a un death poderoso e massiccio, ancora orientato come sfumatura di dettaglio verso quello che – a fine millennio – era denominato «nu-metal». Non ci deve essere alcun dubbio, però: i Nostri macinano metal cattivo e dannato, nella forma che deve avere per essere oggetto di questa recensione!

Le canzoni, pur essendo solo cinque (il che dipende sempre dai denari da investire … ), lasciano non solo intravedere ma osservare da vicino la bontà della proposta dei ragazzi romagnoli. Proposta già ben definita, personale, completa a partire dal maturo songwriting (i brani formano un continuum nel quale sono intrappolati – come deve essere – i segni particolari dello stile della band) sino all’imponente onda sonora prodotta dagli altoparlanti dei vari impianti. Sia la miriade di riff suonati anche «a palmo libero», in altre parole non usufruendo della tecnica del palm-muting, sia i chorus dal sapore un po’ grunge, regalano all’insieme un groove particolarmente accattivante, figlio di un mood riottoso, cupo e rabbioso, contraddistinto, anche, da break rallentati dalla soffocante compressione sonora. Ulteriore fatto positivo, ogni brano ha qualcosa da regalare. Oltre alla già menzionata “Who Is The Victim Now?” (dal melodico refrain in clear) e a “A World On Fire”, che dimostra la perizia tecnica dei musicisti nel complicato incipit, “The Burning Process” vola oltre la velocità del suono verso un duro ritornello, con il basso a interpretare un curioso, accidentato intermezzo. “Lie To Exist”, con i suoi botti «extra-bass», farebbe fare headbanging anche al più freddo dei metallari, “Beyond Flesh” incupisce infine i toni per rendere l’atmosfera più coagulata di quanto già non sia.

I Bad More Ending vorrebbero un contratto discografico. “Theory Of Endless Sacrifice”  dimostra che se lo meritano. Se qualcuno di dovere leggesse per caso questa recensione, saprà cosa dovrà fare.

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Track-list:
1. Who Is The Victim Now? 5:17
2. A World On Fire 4:36
3. The Burning Process 3:18
4. Lie To Exist 4:39
5. Beyond Flesh 4:41

Line-up:
Massimo Colle – vocals
Filippo Leone – guitars
Gabriele Longhi – bass
Ivan Cavina – drums

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